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Come il popolo minuto di Bruggia si rubellò dal re di Francia, e
uccisono i Franceschi.
Come noi lasciammo adietro nel capitolo, che 'l re di Francia ebbe al
tutto la signoria di Fiandra, e in sua pregione il conte e due suoi figliuoli
l'anno MCCLXXXXVIIII, e lasciato guernito di sua gente e di suoi balii il
paese, e che gli artefici minuti di Bruggia, come sono tesserandoli e foloni di
drappi, e beccari, e calzolai, e altri, fossono uditi a ragione per la loro
petizione data a lo re, e adirizzati di loro pagamenti per gli loro lavorii, e
dell'assise de la terra, le quali erano loro incomportabili; la detta gente de
la Comune non fu udita né adirizzati; ma i balii del re a preghiera de' grandi
borgesi e per loro moneta i caporali de' detti artefici e popolo minuto, i
quali erano i principali Piero le Roi tesserandolo e Giambrida beccaio, con più
di XXX de' maggiori di loro mestieri e arti misono in pregione in Bruggia. E
nota che 'l detto Piero le Roi fu il capo e commovitore de la Comune, e per sua
franchezza fu sopranominato Piero le Roi, e in fiammingo Connicheroi, cioè
Piero lo re. Questo Piero era tessitore di panni povero uomo, e era piccolo di
persona e sparuto, e cieco dell'uno occhio, e d'età di più di LX anni; lingua
francesca né latina non sapea, ma in sua lingua fiamminga parlava meglio, e più
ardito e stagliato che nullo di Fiandra e per lo suo parlare commosse tutto il
paese a le grandi cose che poi seguiro, e però è bene ragione di fare di lui
memoria. E per la presa di lui e de' suoi compagni il popolo minuto di Bruggia
corsono la terra e combatterono il borgo, cioè il castello ove stanno gli
schiavini e' rettori della terra, e uccisono de' borgesi, e per forza trassono
di pregione i loro caporali. E ciò fatto, di questa querela si fece triegua e
appello a Parigi dinanzi al re, e durò bene uno anno la quistione; e a la fine
per moneta spesa per gli grandi borgesi di Fiandra intorno a la corte del re il
popolo minuto ebbono la sentenzia incontro; onde venuta la novella a Bruggia,
que' de la Comuna si levarono da capo a romore e ad arme; ma per paura delle
masnade e de' grandi borgesi si partirono di Bruggia, e andarne a la terra del
Damo ivi presso a III miglia, e quella corsono, e uccisono il balio e' sergenti
che v'erano per lo re, e rubarono i grandi borgesi de la terra, e uccisorne; e
ciò fatto, come genti disperati e in furia, vennero a la terra d'Andiborgo e
feciono il somigliante; e poi ne vennero al maniere del conte che si chiama
Mala, presso a Bruggia a tre miglia, che v'era dentro il balio di Bruggia e da
LX sergenti del re, e quella fortezza per forza presono, e sanza misericordia o
redenzione quanti Franceschi dentro avea misero a morte. I grandi borgesi di
Bruggia veggendo così adoperare e crescere la forza al minuto popolo, temettono
di loro e de la terra; incontanente mandarono in Francia per soccorso; per la
qual cosa lo re incontanente vi mandò messer Giacomo di San Polo sovrano balio
di tutta Fiandra, con MD cavalieri franceschi, e con sergenti assai; e giunti a
Bruggia, presono e fornirono i palagi de l'Alle del Comune e tutte le fortezze
de la terra con guernigione di loro genti d'arme, istando la terra di Bruggia
in grande sospetto e guardia. E crescendo la forza e l'ardire al minuto popolo,
come piacque a·dDio, per pulire il peccato de la superbia e avarizia de' grandi
borgesi e abattere l'orgoglio de' Franceschi, quegli artefici e popolo minuto
ch'erano rimasi in Bruggia feciono tra·lloro giura e cospirazione di disperarsi
per uccidere i Franceschi e' grandi borgesi, e mandarono per gli loro isfuggiti
a la terra del Damo e quella d'Andiborgo, ond'erano loro capi e maestri Piero
le Roi e Giambrida, che venissono a Bruggia, li quali cresciuti in baldanza per
la vittoria e uccisione per loro cominciata contro a' Franceschi, a bandiere
levate, e le femmine come gli uomini, vennero in Bruggia la notte di... com'era
ordinato; e poteallo fare, però che lo re avea fatti abattere i fossi e porte
di Bruggia. E giunti nella terra, dandosi nome con que d'entro, e gridando in
loro linguaggio fiamingo, che da' Franceschi nonn-erano intesi; “Viva la
Comune, e a la morte de' Franceschi!”, abarraro le rughe de la terra. Per la
qual cosa si cominciò la dolorosa pestilenzia e morte de' Franceschi, per modo
che qualunque Fiammingo avea in sua casa nullo Francesco, o l'uccidea, o 'l
menava preso a la piazza dell'Alla, ove la Comune era raunata e armata, e là
giugnendo i presi, come tonnina in pezzi erano tagliati e morti. Sentendo i
Franceschi levato il romore, e armandosi per raunarsi insieme, si trovavano da'
loro osti tolti i freni, e le selle de' cavalli nascose. E più ne faceano le
femmine che gli uomini; e chi era montato a cavallo trovava le rughe abarrate,
e gittati loro i sassi da le finestre, e morti per le vie. E così durò tutto il
giorno la detta persecuzione, ove morirono, che con ferri, e che di sassi, e
d'esser gittati gli uomini dalle finestre delle torri e palazzi dell'Alle,
ov'erano in fortezze più di MCC Franceschi a cavallo e più di MM sergenti a
piede, onde tutte le rughe e piazze di Bruggia erano piene di corpi morti, e di
sangue e carogna de' Franceschi, che più di tre dì gli penarono a sotterrare,
portandogli in carra fuori della terra, e gittandogli in fosse a' campi; e de'
grandi borgesi assai vi furono morti, e tutte loro case rubate. Messer Giache
di San Polo con pochi fuggendo scampò, perch'abitava presso all'uscita della
terra; e questa pestilenzia fu uno... del mese di..., gli anni di Cristo MCCCI.
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