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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro nono
      • LXI               Incidenza, contando come messer Maffeo Visconti fu cacciato di Melano.
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LXI

 

           

Incidenza, contando come messer Maffeo Visconti fu cacciato di Melano.

           

Nel detto anno MCCCII, a XVI di giugno, messer Maffeo Visconti capitano di Milano fu cacciato della signoria. La cagione fue ch'egli e' figliuoli al tutto voleano la signoria di Milano, e a messer Piero Visconti, e gli altri suoi consorti, e agli altri cattani e varvassori non participava nullo onore. Per la qual cosa scandalo nacque in Milano, e' signori de la Torre colla forza del patriarca d'Aquilea, con grande oste vennero sopra Milano, e co·lloro messer Alberto Scotti di Piagenza, e il conte Filippone da Pavia, e messer Antonio da Fosseraco di Lodi. Messer Maffeo uscì contro a·lloro, ma per la quistione ch'avea co' suoi fue male seguito, e non avea podere contro a' nemici; onde messer Alberto Scotti si fece mezzano per fare accordo, e ingannò e tradì messer Maffeo, che rimessosi in lui, gli tolse la signoria del capitanato, onde messer Maffeo per onta non volle tornare in Milano; ma sanza battaglia si tornarono in Milano i signori della Torre, e rimasono signori di Milano messer Mosca e messer Guidetto di messer Nappo della Torre. E poco appresso morto messer Mosca, il detto messer Guidetto si fece fare capitano di Milano, e menò aspramente la sua signoria, e fue molto temuto e ridottato, e perseguitò molto il detto messer Maffeo e' figliuoli, sì che gli recò quasi a niente, e convenia s'andassono tapinando in diversi luoghi e paesi, e a la fine per loro sicurtà si ridussono a uno piccolo castello in ferrarese, ch'era de' marchesi da Esti suoi parenti, che Galasso suo figliuolo avea per moglie la serocchia del marchese. E sappiendolo messere Guidetto de la Torre, capitano di Milano e suo nimico, sì volle sapere novelle di lui e di suo stato, e disse a uno accorto e savio uomo di corte: “Se tu vuogli guadagnare uno palafreno e una roba vaia, andrai in tal parte ovmesser Maffeo Visconti, e espia di suo stato”. E per ischernirlo li disse: “Quando tu se' per prendere commiato da·llui, faragli due questioni: la prima, che tu il domandi come gli pare stare, e che vita è la sua; la seconda, quand'e' crede potere tornare in Milano”. Il ministriere entrò in cammino e venne a messer Maffeo, e trovollo in assai povero abito secondo suo antico stato; e al dipartirsi da·llui, il pregò che gli facesse guadagnare uno palafreno e una roba vaia; rispuose che volentieri, ma non da·llui, che non l'avea; disse: “Da voi no·lla voglio io, ma rispondetemi a due questioni ch'io vi farò”; e dissele come gli furono imposte. Il savio intese da cui venieno, e rispuose subito molto saviamente; a la prima disse: “Parmi stare bene, però ch'io so vivere secondo il tempo”. A la seconda rispuose, e disse: “Dirai al tuo signore, messer Guidetto, che quando i suoi peccati soperchieranno i miei io tornerò in Milano”. Tornato l'uomo di corte a messer Guidetto, e rapportata la risposta, disse: “Bene hai guadagnato il palafreno e la roba, che bene sono parole del savio uomo messer Maffeo”.

 




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