LXXVI
Incidenza, tornando alquanto adietro a racontare delle storie de'
Fiaminghi.
Negli anni di Cristo MCCCIII i Fiamminghi co·lloro oste grandissima
corsono il paese d'Artese faccendo grande dammaggio, e arsono il borgo d'Arches
fuori di Santo Mieri, e puosonsi a campo nel bosco di là dal fiume de la
Liscia. I Franceschi ch'erano in Santo Mieri, più di IIIIm uomini a cavallo e
gente a piede assai col maliscalco di Francia, saviamente ingannarono i Fiamminghi,
che parte di loro al di lungi dell'oste si misono in guato una notte, e l'altra
cavalleria e gente de' Franceschi assalirono i Fiaminghi da la parte del borgo
d'Artese. I Fiaminghi vigorosamente tutti si misono a la 'ncontra de'
Franceschi, e cominciarono la zuffa; gli altri Franceschi ch'erano nell'aguato
uscirono al di dietro sopra i Fiamminghi, i quali veggendosi assalire
improviso, si misono in isconfitta, e rimasorne morti più di IIIm, gli altri si
fuggirono al poggio di Casella. In questo medesimo anno e tempo il buono messer
Guido di Fiandra, il quale per retaggio della madre v'usava ragione sopra la
contea d'Olanda e d'Isilanda, la quale tenea il conte d'Analdo suo cugino,
prima coll'aiuto e forza de' Fiaminghi corse parte della contea d'Analdo, e poi
con grande oste e navilio passò in Isilanda, e prese la terra di Midelborgo, e
quasi tutto il paese e quelle isole d'intorno, salvo la terra di Silisea, la
quale era molto forte e bene guernita. In questo anno venne di Puglia in
Fiandra messer Filippo figliuolo del conte Guido di Fiandra, e lasciò e rifiutò
al re Carlo di Puglia il contado di Tieti, di Lanciano, e de la Guardia in
Abruzzi, il quale egli tenea in fio dal re e per dote de la moglie, per
soccorrere il padre e' frategli e il suo paese di Fiandra, e amò meglio
d'essere povero cavaliere sanza terra, per aiutare e soccorrere la sua patria e
avere onore, che rimanere in Puglia ricco signore. Incontanente che fue in
Fiandra da' Fiamminghi fu fatto signore e capitano di guerra, il quale usò in
Italia e in Toscana e in Cicilia a le nostre guerre; fu molto sollecito e
franco, però che alquanto era di testa, e coll'oste de' Fiamminghi andò sopra
Santo Mieri, e corse e distrussono gran parte del paese infino a la marina; e
poi assediò la guasta terra dell'antica città di Ternana in Artese, però ch'era
sanza mura, pur cinta di fosse, e dentro v'erano in guardia CC cavalieri
lombardi, e MD pedoni toscani e lombardi e romagnuoli con lance lunghe e tutti
bene armati a la nostra guisa, onde i paesani di là si maravigliavano molto, e
di loro aveano grande spavento; i quali avea fatti venire di Lombardia messer
Musciatto Franzesi e messer Alberto Scotti di Piagenza, la quale era una buona
masnada e valente, e d'onde i Fiaminghi più temeano. E credendogli i Fiaminghi
avere presi in Ternana, però che per moltitudine di loro, ch'erano più di
cinquantamilia, aveano presa per forza la porta, e valico il fosso, i Lombardi
e' Toscani faccendo serragli e sbarre ne la ruga de la terra, ritegnendo e
combattendo co' Fiamminghi, sì gli risistettono tutto il giorno; ma crescendo
la potenza de' Fiamminghi per la moltitudine loro, compresono tutta la terra
d'intorno, salvo da la parte del fiume, e credendosi avere circondati e presi
tutti i Lombardi sanza riparo; ma i Lombardi e' Toscani, come savi e maestri di
guerra, feciono uno bello e sùbito argomento al loro scampo, e a ingannare i
Fiaminghi; ciò che ch'eglino stiparono due case l'una incontro a l'altra, le
quali erano in capo del ponte del fiume de la Liscia che correa di costa a la
terra, e vegnendo ritegnendo la battaglia manesca co' Fiaminghi, lasciandosi
perdere di serraglio in serraglio al loro scampo e ritratta, come furono presso
al ponte misono fuoco nelle dette case stipate, e valicarono il ponte sani e salvi,
e di là dal fiume stavano schierati sonando loro stormenti, e faccendo schernie
de' Fiaminghi, e saettando loro; e poi ricolti tutti, se n'andarono a la terra
d'Aria in Artese, e poi a la città di Tornai. I Fiaminghi per la forza del gran
fuoco non ebbono podere di seguirgli, onde rimasono con onta e vergogna
scornati dello 'nganno de' Lombardi, e per cruccio misono fuoco, e guastarono e
arsono tutta la città di Ternana; e poi sanza soggiorno se n'andarono per
Artese guastando il paese, e puosonsi ad oste a la forte e ricca città di
Tornai quasi intorno intorno con loro grande esercito, e crescendo loro oste.
Ma la città era bene guernita di buona cavalleria e de le masnade de' Lombardi
e Toscani, che poco o niente gli curavano; ma di continuo le dette masnade
uscivano fuori della terra, e assalivano l'oste de' Fiaminghi di dì e di notte,
dando loro molto affanno e sollecitudine, e faccendo romire la grandissima
oste; e com'erano cacciati da' Fiaminghi, si riduceano in su i fossi di fuori
sotto la guardia de le torri de la città e de' loro balestrieri ordinati in su
le mura; e nulla altra gente facie guerra a' Fiaminghi, e di cui più temessono;
e per questo modo sovente gabbavano i Fiaminghi. In questa stanza dell'asedio
di Tornai lo re di Francia molto straccato di spendio, per trattato del conte
di Savoia si presono triegue per uno anno da·llui a' Fiaminghi, e levossi
l'assedio da Tornai; e 'l conte Guido di Fiandra fu lasciato di pregione sotto
sicurtà di saramento e di stadichi, e di ritornare in pregione infra certo
tempo; e andò così vecchio com'era in Fiandra con grande allegrezza per vedere
suo paese libero da la signoria de' Franceschi, e fare festa a' suoi
discendenti e buona gente del paese. E ciò fatto, disse ch'omai non curava di
morire, quando a·dDio piacesse; e per lo saramento si tornò in pregione a
Compigno, e poco stante si morì e rendé l'anima a·dDio in aggio di più di LXXX
anni, come valente e savio uomo, e buono signore; e lui morto, il corpo suo fu
recato in Fiandra, e soppellito a grande onore.
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