LXXVII
Come fu sconfitto e preso in mare messer Guido di Fiandra colla sua
armata da l'amiraglio del re di Francia.
Fallite le triegue dal re di Francia a' Fiaminghi l'anno appresso MCCCIIII,
lo re di Francia fece uno grande apparecchiamento di molti baroni per andare in
Fiandra, con più di XIIm buoni cavalieri gentili uomini, e con più di Lm
pedoni; e col detto esercito e con grande fornimento passò in Fiandra. In mare
fece suo amiraglio messer Rinieri de' Grimaldi di Genova, valente e franco uomo
e bene aventuroso in guerra di mare, il quale da Genova venne nel mare di
Fiandra con XVI galee bene armate al soldo del re per guerreggiare per terra e
per mare i Fiaminghi, per levare l'assedio da la terra di Cirigea in Fiandra, a
la quale era il buono e valente messer Guido di Fiandra con più di XVm
Fiaminghi sanza quegli del paese di sua parte. E corseggiarono, e fatta gran
guerra a le terre marine di Fiandra, e preso molto navilio con mercatantia di
Fiamminghi per lo detto amiraglio sì andò per soccorrere Sirisea con XX navi
armate a Calese, e colle dette XVI galee. Messer Guido di Fiandra veggendolo
venire, lasciò fornito in terra l'asedio a Silisea con Xm Fiaminghi, e armò
LXXX navi, overo cocche, al modo di quello mare, fornite con castella per
battaglia, e in ciascuna il meno C uomini fiaminghi e del paese, e egli in
persona con molta buona gente salì in su la detta armata e navilio, avendo il
detto messer Rinieri Grimaldi e' Genovesi per niente, per lo poco navile
ch'avea a comparazione del suo; ma non istimava quello che portavano in mare le
galee de' Genovesi armate. Sì s'afrontarono insieme, e l'asalto fu grande e
forte e furioso del navilio di messer Guido per gli Fiaminghi, per lo
soprastare che le sue navi colle castella armate faceano a le galee
dell'amiraglio. Ma messer Rinieri conoscendo il modo del combattere di quelle
navi, e de la marea e ritratta che fae quello mare per lo fiotto, sì si
ritrasse adietro a·rremi colle sue galee, e lasciò le sue navi per abandonate,
le quali erano armate di genti di quella marina; onde la maggiore parte furono
prese e isbarattate, e credevasi messer Guido e' Fiaminghi avere vittoria de'
suoi nemici, e messo l'amiraglio in fugga. Ma il savio amiraglio attese colle
sue galee tanto che tornò il fiotto co la piena marea, com'è costume di quello
mare; e la sua gente rinfrescata venne con forte rema de le sue galee come
cavagli correnti, e con molti balestrieri a moschetti in su ciascuna galea assalendo
e saettando le cocche e navi de' Fiaminghi, onde molti furono fediti e morti. I
Fiaminghi non costumati di sì fatto assalto e battaglia, e non potendo per
forza di vele tornare adietro né ire innanzi, isbigottirono molto. I Genovesi
co·lloro navilio mescolandosi tra 'l navilio de' Fiaminghi, sì si misono IIII
galee co l'amiraglio a combattere la grande cocca dello stendale ov'era messer
Guido di Fiandra co' suoi baroni, e quella per forza di saettamento e per
prestezza di genti co le spade in mano sagliendo da più parti in su la cocca,
quella presono con molti fediti e morti da ciascuna parte, e messer Guido, tra
gli altri ch'erano rimasi, s'arendero pregioni. E presa la nave di messer
Guido, l'altre furono tutte sconfitte, e la maggiore parte prese. E per
abondante la gente de' Fiaminghi ch'erano all'assedio della terra di Sirisea
furono assediati eglino, e per difetto di vittuaglia chi fuggì a pericolo di
morte, e chi s'arrendéo pregione; e messer Guido con molti altri ne fu menato
preso in Francia e a Parigi. Questa pericolosa e grande sconfitta ebbono i
Fiaminghi a l'uscita del mese d'agosto, gli anni di Cristo MCCCIIII. In questo
medesimo tempo certi di Baiona in Guascogna co·lloro navi, le quali chiamano
cocche, passarono per lo stretto di Sibilia, e vennero in questo nostro mare
corseggiando, e feciono danno assai; e d'allora innanzi i Genovesi e' Viniziani
e' Catalani usaro di navicare co le cocche, e lasciarono il navicare delle navi
grosse per più sicuro navicare, e che sono di meno spesa: e questo fue in
queste nostre marine grande mutazione di navilio.
|