LXXXI
De la coronazione di papa Clemento quinto, e de' cardinali che fece.
Portata la lezione e 'l decreto a l'eletto papa arcivescovo di Bordello
infino in Guascogna dov'egli era, accettò il papato allegramente, e fecesi
nominare papa Clemento quinto, e incontanente mandò per sue lettere citando
tutti i cardinali, che sanza indugio venissono a la sua coronazione a Leone
sopra il Rodano in Borgogna, e simile richiese il re di Francia, e 'l re
d'Inghilterra, e quello d'Araona, e tutti i nomanati baroni di là da' monti,
che fossono a la sua coronazione. De la quale richesta e citazione la maggiore
parte de' cardinali italiani si tennero gravati e forte ingannati, credendosi
che avuto il decreto venisse a Roma a coronarsi; e messer Matteo Rosso degli
Orsini, ch'era il priore de' cardinali e il più atempato, e che più malvolentieri
si partiva da Roma, avedutosi dello inganno ch'egli e la sua parte aveano avuto
di questa lezione, disse al cardinale da Prato: “Venuto se' a la tua di
conducerne oltre i monti, ma tardi ritornerà la Chiesa in Italia, sì conosco
fatti i Guasconi”. E venuto il papa e' suoi cardinali a·lLeone sopra Rodano,
fue consecrato e coronato papa il dì di santo Mattino a dì XI di novembre, gli
anni di Cristo MCCCV, in presenza del re Filippo di Francia, e di messer Carlo
di Valos, e di molti baroni, il quale, come promesso gli avea, il ricomunicò e
ristituì in ogni onore e grazia di santa Chiesa, la quale gli aveva levata papa
Bonifazio, e donogli le decime di tutto il suo reame per V anni; e a richesta
del detto re per le presenti digiune, a dì XVII del mese di dicembre, fece XII
cardinali tra Guasconi e Franceschi, amici e uficiali del re, intra' quali,
come promesso avea, fece cardinali messer Iacopo e messer Piero de la Colonna,
e ristituigli in ogni grazia ch'avea loro tolta e levata papa Bonifazio; e confermò
al re Giamo d'Araona il privilegio che gli avea dato papa Bonifazio del reame
di Sardigna. E ciò fatto, se n'andò con suoi cardinali e con tutta la corte a
la sua città di Bordello, ove tutti gl'Italiani, così bene i cardinali come gli
altri, furono male veduti e trattati, secondo il grado de la loro dignità, però
che tutto guidavano i cardinali guasconi e franceschi. Nel detto verno fue
grandissimo freddo per tutto, e spezialmente oltre i monti, che ghiacciò il
Rodano, sì che su vi si potea passare a piè e a cavallo, e tutti i grandi
fiumi, e il Reno, e la Mosa, e Senna, e l'Era, e lo Scalto ad Anguersa; e
eziandio ghiacciò il mare di Fiandra, ed a le marme d'Olanda e Silanda e
Danesmarce più di tre leghe infra mare, che fu gran maraviglia. Lasceremo alquanto
de' fatti del papa al presente, e torneremo a nostra materia de' fatti di
Firenze.
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