LXXXVII
Come i Fiorentini rafortificaro il popolo, e feciono il primo
esecutore degli ordini de la giustizia.
Nel detto anno MCCCVI, del mese di dicembre, parendo a' popolani di
Firenze che i loro grandi e possenti avessero presa forza e baldanza per la
guerra fatta e vittorie avute contra i Bianchi e' Ghibellini usciti di Firenze,
sì vollono riformare il popolo di Firenze, e chiamarono XVIIII gonfalonieri de
le compagnie, e che tutti i popolani per contrade com'erano ordinati, quando bisogno
fosse, traessono con arme a loro gonfalone, e a l'oferta della festa di santo
Giovanni andassono co' detti gonfaloni; che in prima s'andava ciascuno de le
XXI arti per loro, e sotto il loro gonfalone de la detta arte. E ciò ordinato e
messo in ordine di giustizia, e' diedono loro XVIIII gonfaloni al modo
d'insegne de l'antico popolo vecchio, e poi al tempo che 'l cardinale da Prato
venne in Firenze, erano rinovellati. Bene erano al suo tempo XX gonfaloni, che
n'era uno balzano in San Piero Scheraggio, che lasciaro; e dove al tempo
de·legato da Prato nonn-avea ne' gonfaloni null'altra insegna se non dell'arme
delle compagnie e del popolo, sì vi s'agiunse sopra ciascuno gonfalone il
rastrello dell'arme del re Carlo, e chiamossi il buono popolo guelfo. E del
mese di marzo vegnente per fortificamento di popolo feciono venire in Firenze
l'essecutore degli ordinamenti de la giustizia, il quale dovesse inchiedere e
procedere contro a' grandi che offendessono i popolani. E il primo esecutore
che venne in Firenze ebbe nome Matteo, e fue della città d'Amelia di terra di
Roma, e fu valente uomo e molto temuto da' grandi, e fatto cavaliere per lo
popolo; de le quali novitadi e reformazione di popolo i grandi si tennero forte
gravati.
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