XCII
Come e per che modo fu distrutta l'ordine e magione del Tempio di
Gerusalem per procaccio del re di Francia.
Nel detto anno MCCCVII, innanzi che 'l re di Francia si partisse da la
corte a Pittieri, sì accusò e dinunziò al papa per sodducimento de' suoi
uficiali, e per cupidigia di guadagnare sopra loro, il maestro del Tempio e la
magione di certi crimini ed errori che al re fu fatto intendente che' Tempieri
usavano. Il primo movimento fu per uno priore di Monfalcone di tolosana de la
detta ordine, uomo di mala vita ed eretico, e per gli suoi difetti messo in
Parigi in perpetuale carcere per lo suo maestro. E trovandovisi dentro con uno
Noffo Dei nostro Fiorentino, pieno d'ogni magagne, sì come uomini disperati
d'ogni salute, e maliziosi e rei, con trovare la detta falsa accusa, e per
guadagnare e uscire di pregione per l'aiuto del re. Ma ciascuno di loro feciono
mala fine poco appresso: Noffo impiccato, e 'l priore morto a ghiado. Per fare
al re guadagnare la misono innanzi a' suoi uficiali, e' detti il misono dinanzi
al re; onde per sua avarizia si mosse il re, e sì ordinò e fecesi promettere
segretamente al papa di disfare l'ordine de' Tempieri, opponendo contro a·lloro
molti articoli di resia: ma più si dice che fu per trarre di loro molta moneta,
e per isdegni presi col maestro del Tempio e colla magione. Il papa per levarsi
d'adosso il re di Francia, per la richesta ch'egli avea fatta del condannare
papa Bonifazio, come avemo detto dinanzi, o ragione o torto che fosse, per
piacere al re gli asentì di ciò fare; e partito il re, in uno dì nomato per sue
lettere, fece prendere tutti i Tempieri per l'universo mondo, e staggire tutte
le loro chiese e magioni e possessioni, le quali erano quasi innumerabili di
podere e ricchezze; e tutte quelle del reame di Francia fece occupare il re per
la sua corte, e a Parigi fece prendere il maestro del Tempio, il quale avea
nome fra Giache de' signori da Mollai in Borgogna, con LX frieri cavalieri e
gentili uomini, opponendo contro a·lloro certi articoli di resia, e certi
villani peccati contra natura ch'usavano tra·lloro; e che alla loro professione
giuravano d'atare la magione a diritto e a torto, e a uno modo quasi come
idolari, e isputavano nella croce, e che quando il loro maestro si consegrava
era di nascoso e privato, e non si sapea il modo; e opponendo che i loro
anticessori per tradimento feciono perdere la Terrasanta, e prendere a la Monsura
il re Luis e' suoi. E sopra ciò fatte dare per lo re certe pruove, gli fece
tormentare di diversi tormenti perché confessassono; e non si truova che niente
volessono di ciò confessare né riconoscere. E tegnendoli più tempo in pregione
a grande stento, e non sappiendo dare fine al loro processo, a la fine di fuori
di Parigi da Santo Antonio, e parte a San Luis in Francia, in uno grande parco
chiuso di legname, LVI de' detti Tempieri fece legare ciascuno a uno palo, e
cominciare a mettere loro il fuoco da' piè e a le gambe a poco a poco, e l'uno
innanzi a l'altro amonendogli che quale di loro volesse raconoscere l'errore e'
peccati loro opposti potesse scampare; e in su questo martorio confortati da'
loro parenti e amici che riconoscessono, e non si lasciassono così vilmente
morire e guastare, niuno di loro il volle confessare; e con pianti e grida
scusandosi com'erano innocenti e fedeli Cristiani, chiamando Cristo e santa
Maria e gli altri santi, col detto martorio tutti ardendo e consumando finirono
loro vita. E riserbato il maestro loro, e 'l fratello del Dalfino d'Alvernia, e
fra Ugo di Paraldo, e un altro de' maggiori de la magione, e istati uficiali e
tesorieri del re di Francia, furono menati a Pittieri dinanzi al papa, e fuvi
il re di Francia, e promesso loro grazia se riconoscessono il loro errore e
peccato, alcuna cosa si dice ne confessaro; e tornati a Parigi, e venuti due
legati cardinali per dare la sentenzia e condannare l'ordine sotto la detta
confessione, e per dare alcuna disciplina al detto maestro e' suoi compagni,
essendo incontro a Nostra Dama di Parigi in su grandi pergami, e letto il
processo, il detto maestro del Tempio si levò in piè gridando che fosse udito:
e fatto silenzio per lo popolo, si disdisse che mai quelle resie e peccati loro
opposti nonn-erano state vere, e che l'ordine di loro magione era santa e
giusta e cattolica, ma ch'egli era ben degno di morte, e voleala sofferire in
pace, però che per paura e per lusinghe del papa e del re, in alcuna parte
l'aveano per inganno loro confessate. E rotto il sermone e non compiuto di dare
sentenzia, si partiro i cardinali e gli altri parlati di quello luogo. E avuto
consiglio col re, il detto maestro e suoi compagni in su l'Isola di Parigi
dinanzi a la sala del re per lo modo degli altri loro frieri furono messi a
martirio, ardendo il maestro a poco a poco, e sempre dicendo che la magione e
loro religione era cattolica e giusta, accomandandosi a Dio e a santa Maria; e
simile fece il fratello del Dalfino; fra Ugo di Paraldo e l'altro per paura del
martorio confessaro e raffermaro quello ch'aveano detto dinanzi dal papa e al
re, e scamparo, ma poi moriro miseramente. E per molti si disse che furono
morti e distrutti a torto e a peccato, e per occupare i loro beni, i quali poi
per lo papa furono privileggiati, e dati a la magione dello Spedale, ma
convennegli loro ricogliere e ricomperare dal re di Francia e dagli altri
prencipi e signori, e con tanta quantità di moneta, che cogli 'nteressi corsi
poi la magione dello Spedale fu ed è più povera che non era prima del loro
propio, o che Idio il dimostrasse per miracolo. E lo re di Francia e' suoi
figliuoli ebbono poi molte vergogne e aversitadi, e per questo peccato, e per
quello della presura di papa Bonifazio, come innanzi si farà menzione. E nota
che la notte appresso che'l detto maestro e'l compagno furono martorizzati, per
frati e altri religiosi le loro corpora e ossa come relique sante furono
ricolte, e portate via in sacri luoghi. In questo modo fu distrutta e messa a
niente la ricca e possente magione del Tempio di Gerusalem gli anni di Cristo
MCCCX. Lasceremo de' fatti di Francia, e torneremo a' nostri fatti d'Italia.
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