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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro nono
      • XCV               Come una podestà di Firenze si fuggì col suggello dell'Ercore del Comune.
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XCV

 

           

Come una podestà di Firenze si fuggì col suggello dell'Ercore del Comune.

           

Nel detto anno MCCCVIII, essendo podestà di Firenze uno messer Carlo d'Amelia fratello del primo esecutore degli ordini della giustizia, avendo egli e sua famiglia fatte in Firenze molte baratterie, e guadagnerie, e pessime opere, e già di ciò molto scoperto, temendosi al suo sindicato esser condannato e ratenuto, la notte di santo Giovanni del mese di giugno furtivamente si fuggì con sua privata famiglia, onde fu condannato per baratteria. E per riavere pace e danari dal Comune sì ne portò seco il suggello del Comune, dov'era intagliata l'imagine dell'Ercore, e tennelo più tempo, istimandosi che 'l Comune il traesse di bando, e ricomperasselo molta moneta: onde il Comune il mise in abandono operando altro suggello e notificandolo in tutte parti, sì che non fosse data fede a quello suggello. A la fine il suo fratello gliele tolse, e rimandollo in Firenze, e d'allora innanzi s'ordinò che né podestàpriori tenessono suggello di Comune, ma fecionne cancelliere e guardiano i frati conversi di Settimo, che stanno nella camera dell'arme del palagio de' priori.

 




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