XL
Come lo 'mperadore
Arrigo si partì di Pisa e andò a Roma.
Nel detto
anno, dì XXIII d'aprile, il re d'Alamagna si partì di Pisa con sua gente in
quantità di MM cavalieri e più, e fece la via per Maremma, e poi per lo contado
di Siena e per quello d'Orbivieto sanza soggiornare; e sanz'altro contrasto se
n'andò a Viterbo e quello ebbe sanza contradio, però ch'era nella signoria de'
Colonnesi. E passando lui per lo contado d'Orbivieto, i Filippeschi d'Orbivieto
col loro séguito di Ghibellini cominciarono battaglia nella città contro a'
Monaldeschi e gli altri Guelfi d'Orbivieto per dare la terra a lo 'mperadore. I
Guelfi trovandosi forti e ben guerniti, combatterono vigorosamente innanzi che'
Ghibellini avessono la forza della gente dello 'mperadore, sì gli vinsono e
cacciarono della città, con molti morti e presi di loro parte. Soggiornando poi
più giorni lo re d'Alamagna in Viterbo, perché non potea avere l'entrata de la
porta di San Piero di Roma, e ponte Emale sopra Tevero era guernito e guardato
per la forza degli Orsini, a la fine si partì di Viterbo, e in su Montemalo
s'attendò, e poi per forza della sua gente di fuori, e di quella de' Colonnesi
e di loro séguito d'entro, assaliro le fortezze e guardie di ponte Emale, e per
forza le vinsono, e così entrò in Roma a dì VII di maggio, e andonne a Santa
Savina ad albergo.
|