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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • XLIII               Come Arrigo di Luzzimborgo fu coronato imperadore in Roma.
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XLIII

 

           

Come Arrigo di Luzzimborgo fu coronato imperadore in Roma.

           

Nel detto tempo, dimorando il re de' Romani in Roma più tempo per potere venire per forza a la chiesa di San Piero a coronarsi, più battaglie feciono la sua gente contra quegli del re Ruberto e de' Toscani che 'l contradiavano, e per forza vinsono e racquistarono Campidoglio, e le fortezze sopra la Mercatantia, e le torri di San Marco. E di certo si crede ch'avrebbe vinta in gran parte della punga, se non che uno giorno, a XXVI di maggio, a una gran battaglia il vescovo di Legge con più baroni d'Alamagna, avendo rotte le sbarre, e correndo la terra infino presso al ponte Santangiolo, la gente del re Ruberto con quella de' Fiorentini partendosi di Campo di Fiore per vie traverse, per costa fediro a la detta gente che cacciava, e ruppongli, e più di CCL cavalieri ne furono tra morti e presi, intra' quali fu il detto vescovo di Legge preso, e menandolo uno cavaliere in groppa di suo cavallo disarmato a messer Gianni fratello de·re Ruberto, uno Catalano a cui era stato morto il fratello in quella caccia il fedì dietro a le reni d'uno stocco, onde giugnendo a Castello Santangiolo, poco stette morì; onde fu grande danno, però che era signore di gran valore e di grande autorità. Per la detta perdita e sconfitta la gente del re Ruberto e loro séguito presono gran vigore, e quella del re d'Alamagna il contradio. Veggendo il signore che l'urtare non facie per lui, e che ne perdea sua gente e suo onore, avendo prima mandato al papa per licenza che' cardinali il potessono coronare in quale chiesa di Romalloro piacesse, sì·ssi diliberò di coronarsi in San Giovanni Laterano; e in quella fu coronato per lo vescovo d'Ostia cardinale da Prato, e per messer Luca dal Fiesco e messer Arnaldo Guasconi cardinali, il di san Piero in Vincola, primo d'agosto MCCCXII, con grande onore, da quella gente ch'erano co·llui, e da quegli Romani ch'erano di sua parte. E coronato lo 'mperadore Arrigo, pochi giorni appresso se n'andò a Tiboli a soggiornare, e lasciò Roma imbarrata e in male stato, e ciascuna parte tenea le sue contrade afforzate e guernite. De' suoi baroni si partì, fatta la coronazione, il dogio di Baviera e sua gente, e altri signori de la Magna che·ll'aveano servito, sicché con pochi oltramontani rimase.

 




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