LIX
Della
morte di papa Chimento.
Nell'anno MCCCXIIII,
dì XX d'aprile, morì papa Chimento: volendo andare a Bordello in Guascogna,
passato il Rodano a la Rocca Maura in Proenza, amalò e morì. Questi fu uomo
molto cupido di moneta, e simoniaco, che ogni benificio per danari s'avea in
sua corte, e fu lussurioso; che palese si dicea che tenea per amica la contessa
di Pelagorga bellissima donna, figliuola del conte di Fusci. E lasciò i nipoti
e suo lignaggio con grandissimo e innumerabile tesoro. E dissesi che, vivendo
il detto papa, essendo morto uno suo nipote cardinale cu' egli molto amava,
costrinse uno grande maestro di negromanzia che sapesse che dell'anima del
nipote fosse. Il detto maestro, fatte sue arti, uno cappellano del papa molto
sicuro fece portare a' dimonia, i quali il menarono a lo 'nferno, e mostrargli
visibilemente uno palazzo, iv'entro uno letto di fuoco ardente, nel quale era
l'anima del detto suo nipote morto, dicendogli che per la sua simonia era così
giudicato. E vide nella visione fare un altro palazzo a la 'ncontra, il quale
gli fu detto si facea per papa Clemento; e così rapportò il detto cappellano al
papa, il quale mai poi non fu allegro, e poco vivette appresso: e morto lui,
lasciato la notte in una chiesa con grande luminara, s'accese e arse la cassa,
e 'l corpo suo da la cintola in giù.
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