LX
Come
Uguiccione co' Pisani presono la città di Lucca, e rubarono il tesoro della
Chiesa.
Nel detto
anno MCCCXIIII, essendo i Ghibellini rimessi in Lucca, Uguiccione molto
tegnendo corti i Lucchesi, che rendessono i beni loro, e' Guelfi di Lucca che
gli s'aveano apropiati non gli voleano rendere, per lo detto Uguiccione
tradimento fu ordinato in Lucca cogl'Interminelli, che v'erano rimessi, e con
Quartigiani e Pogginghi e Onesti. E subitamente a dì XIIII di giugno nel detto
anno, la terra sì misono a romore, combattendo insieme, e giugnendo Uguiccione
a le porte co' Pisani e loro isforzo per la detta parte, gli fu data la
postierla del Prato. Onde entrò nella terra con sua gente il vicaro del re
Ruberto, messer Gherardo da Sa·Lupidio de la Marca, e gli altri Guelfi di Lucca
male in accordo e peggio forniti di cavalieri e di gente; e bene ch'avessono
mandato per soccorso a' Fiorentini, i quali già venuti a Fucecchio, ma il loro
soccorso fu tardi, perché Uguiccione co' Pisani aveano corsa la terra. Per la
qual cosa il vicaro del re Ruberto e gli altri Guelfi non potendo resistere,
uscirono di Lucca e vennonne a Fucecchio, e a Santa Maria a Monte, e l'altre
castella del Valdarno, e la città di Lucca per gli Pisani e' Tedeschi fu corsa
e spogliata d'ogni ricchezza, che per VIII dì durò la ruberia così agli amici
come a' nemici, pur chi più avea forza, con molti micidii e incendii. E oltre
a·cciò il tesoro della Chiesa di Roma, che 'l cardinale messer Gentile da Montefiore
de la Marca avea per comandamento del papa tratto di Roma e di Campagna e del
Patrimonio, e avevalo lasciato in San Friano di Lucca, per lo detto Uguiccione
e sue masnade tedesche, e per gli Pisani tutto fu rubato e portato in Pisa. E
non si ricorda di gran tempi passati che una città avesse una sì grande
aversità e perdite per parte che vi rientrasse com'ebbe la città di Lucca
d'avere e di persone.
|