LXVI
Della
morte di Filippo re di Francia e di suoi figliuoli.
Nel detto
anno MCCCXIIII, del mese di novembre, il re Filippo re di Francia, il quale
avea regnato XXVIIII anni, morì disaventuratamente, che essendo a una caccia,
uno porco salvatico gli s'atraversò tra gambe al cavallo in su ch'era, e
fecelne cadere, e poco appresso morì. Questi fu de' più belli uomini del mondo,
e de' maggiori di persona, e bene rispondente ogni membro, savio da·ssé e buono
uomo era, secondo laico, ma per seguire suoi diletti, massimamente in caccia,
sì non disponea le sue virtù al reggimento del reame, anzi le commettea in
altrui, sicché le più volte si reggea per male consiglio, e quello credea
troppo, onde assai pericoli recò al suo reame. Questi lasciò III figliuoli:
Luis re di Navarra, Filippo conte di Pettieri, e Carlo conte de la Marcia.
Tutti questi furono in poco tempo l'uno appresso l'altro re di Francia,
succedendo l'uno a l'altro per morte. E poco innanzi che il re Filippo loro
padre morisse, avenne loro grande e vituperevole isventura, che le mogli di
tutti e tre si trovarono in avolterio; e sì erano ciascuno di loro de' più
begli Cristiani del mondo. La moglie de·re Luis fu figliuola del duca di
Borgogna. Questi quando fu re di Francia la fece strangolare con una
guardanappa, e poi prese a moglie la reina Crementa, figliuola che fu di Carlo
Martello figliuolo del re Carlo secondo. La seconda e la terza donna di loro
furon serocchie e figliuole del conte di Borgogna, e rede della contessa
d'Artese. Filippo conte di Pettieri per disdette de la sua, e che l'amava
molto, la si ritolse per buona e per bella: Carlo conte della Marcia, mai non
rivolle la sua, ma la tenne in pregione. Questa sciagura si disse ch'avenne
loro per miracolo, per lo peccato regnato in quella casa di prendere a moglie
loro parenti, non guardando grado, o forse per lo peccato commesso per lo loro
padre della presura di papa Bonifazio, come il vescovo d'Ansiona profetizzò,
secondo dicemmo addietro.
|