LXXI
Come il prenze
di Taranto venuto in Firenze, i Fiorentini uscirono ad oste per soccorrere
Montecatini, e furono sconfitti da Uguiccione de la Faggiuola.
Venuto il
prenze di Taranto e 'l figliuolo in Firenze, Uguiccione con tutto suo isforzo
di Pisa e di Lucca, e del vescovo d'Arezzo, e de' conti da Santa Fiore, e di
tutti i Ghibellini di Toscana e usciti di Firenze, e con aiuto de' Lombardi da
messer Maffeo Visconti e da' figliuoli, il quale Uguiccione fue con novero di
XXVc e più di cavalieri, e popolo grandissimo, venne all'assedio del detto
castello di Montecatini. I Fiorentini per quello soccorrere raunarono grande
oste, richeggendo tutta loro amistà: vi furono Bolognesi, Sanesi, Perugini, de
la Città di Castello, d'Agobbio, e di Romagna, e di Pistoia, di Volterra, e di
Prato, e di tutte l'altre terre guelfe e amici di Toscana, in quantità, co la
gente del prenze e di messer Piero, di XXXIIc di cavalieri, e gente a piè
grandissima, e partirsi di Firenze dì VI d'agosto. E venuta la detta oste de'
Fiorentini e del prenze in Valdinievole a la 'ncontra di quella d'Uguiccione,
più dì stettono affrontati, il fossato della Nievole in mezzo, con più assalti
e badalucchi. I Fiorentini con molti capitani e con poca ordine i nemici aveano
per niente; Uguiccione e sua gente con tema grande, e per quella faceano grande
guardia e savia condotta. Uguiccione avendo novelle che i Guelfi delle sei
migliaia del contado di Lucca per sodduzione de' Fiorentini venieno verso
Lucca, e già aveano rotta la scorta e la strada onde venia la vittuaglia a
l'oste d'Uguiccione, prese per consiglio di levarsi dall'assedio, e di notte si
ricolse, e fece ardere i battifolli, e venne con sua gente schierata in sul
congiugnimento dello spianato dell'una oste e dell'altra, a intenzione, se 'l
prenze e sua oste non si dilungasse, di valicare e andarsene a Pisa; e se 'l
volessono contrastare, d'avere l'avantaggio del campo, e di prendere la ventura
della battaglia. Il prenze e' Fiorentini e loro oste veggendo ciò, in sul
giorno si levarono da campo, e istendero loro padiglioni e arnesi, e 'l prenze
malato di quartana, con poca provedenza non tenendo ordine di schiere per lo
sùbito e improviso levamento di campo, s'affrontarono con i nimici, credendogli
avere in volta. Uguiccione veggendo non potea schifare la battaglia, fece
assalire le guardie dello spianato, ch'erano i Sanesi e' Colligiani e altri, a'
suoi feditori intorno di CL cavalieri, ond'era capitano col pennone imperiale
messer Giovanni Giacotti Malespini rubello di Firenze, e 'l figliuolo
d'Uguiccione, e quegli Sanesi e Colligiani sanza contrasto ruppero e
trascorsono infino a la schiera di messer Piero ch'era colla cavalleria de'
Fiorentini. Quivi i detti feditori furono rattenuti, e quasi tutti tagliati e
morti, e rimasevi morto il detto messer Giovanni, e 'l figliuolo d'Uguiccione e
loro compagnia, e abattuto il pennone imperiale, con molta buona e franca
gente.
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