LXXVI
Come i
Fiorentini si divisono tra·lloro per sette, e feciono bargello.
Nel detto
anno MCCCXVI i Fiorentini volendosi fortificare e riparare a la forza
d'Uguiccione, mandarono in Francia ambasciadori e sindachi per fare venire per
loro capitano messer Filippo di Valos figliuolo di messer Carlo di Francia con
VIIIc cavalieri franceschi, il quale per la turbazione della morte del re Luis
di Francia suo cugino non venne; e ancora v'ebbe sturbo e difetto per le sette
che nacquero grandissime tra' Fiorentini, che l'una parte de' Guelfi amavano la
signoria de·re Ruberto e de' Franceschi, e gli altri il contradio e' voleano; e
mandarono in Alamagna per lo conte di Liutimberghe perché menasse Vc cavalieri
tedeschi, e simigliante non vennero, e volentieri avrebbono tolta la signoria
data al re Ruberto. Onde in Firenze si cominciò grande scisma e parte tra'
Guelfi; e dell'una parte che disamavano la signoria del re Ruberto erano capo
messer Simone della Tosa con certi grandi, e' Magalotti con certi popolari, i
quali al tutto co·lloro isforzo e séguito signoreggiavano la terra; e se non fosse
per la tema d'Uguiccione, certamente la parte del re Ruberto n'avrebbono
cacciata fuori della città; e mandarne il conte Novello con sua gente, che non
era ancora dimorato in Firenze che IIII mesi capitano di guerra, e dovea
dimorare uno anno: e sì era in Firenze vicaro in luogo di podestà e capitano
per lo re Ruberto, ma poco podere v'avea, però che la setta contraria aveano la
forza e signoria del priorato e degli altri offici e ordini de la terra. E per
meglio signoreggiare la terra ed essere più temuti, la detta setta reggente
criò e fece uno bargello ser Lando d'Agobbio, uomo carnefice e crudele; e il dì
di calen di maggio MCCCXVI gli diedono il gonfalone e la signoria; il quale
continuo stava con Vc fanti armati con mannaie a piè del palagio de' priori, e
subitamente mandava pigliando Ghibellini e rubelli e loro figliuoli e altri cui
gli piacea di fatto, in città e in contado, e sanza giudicio ordinale di fatto
gli facea a' suoi fanti tagliare colle mannaie; e così fece a' cherici sacri
della casa degli Abati, e a uno giovane innocente della casa de' Falconieri, e
a più altri di basso affare; onde il comune popolo di Firenze isbigottiti della
guerra di fuori d'Uguiccione, e de la tirannesca e crudele signoria d'entro,
ciascuno vivea in paura, così i Guelfi come i Ghibellini, i quali non erano di
quella setta, e la città era caduta in pessimo stato; se non che Idio vi
provide con corto rimedio, come innanzi farà menzione.
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