XCV
De la viva
guerra che gli usciti di Genova co' Lombardi feciono al re Ruberto.
Per la venuta
del re Ruberto in Genova non affiebolìo l'oste di fuori, ma maggiormente crebbe
per l'aiuto de' signori di Lombardia di parte d'imperio, e rifeciono lega collo
imperadore di Gostantinopoli, e col re Federigo di Cicilia, e col marchese di
Monferrato, e con Castruccio signore di Lucca, e ancora co' Pisani al segreto.
E stando all'assedio, forti e gravi battaglie continuamente davano a la città,
traboccandola con più difici, e assalendola da più patti di dì e di notte, come
gente di gran vigore, sì fattamente, che 'l re Ruberto con tutto il suo isforzo
non aquistò niente sopra loro in niuna parte, anzi con cave sotterra puntellaro
gran pezzo delle mura da la porta a Santa Agnesa, e quelle feciono cadere, e
parte di loro per forza entrarono nella città, onde il re in persona s'armò con
tutta sua gente, e con gran vigore affrontandosi in su le mura rovinate colle
spade in mano, pure i maggiori baroni e cavalieri del re ripinsono fuori i loro
nemici con gran danno di gente dell'una parte e dell'altra, e rifeciono le mura
con grande affanno in poco di tempo, lavorandovi di dì e di notte. Istando il
re e sua gente in Genova così assediato e combattuto, sì mandò per aiuto in
Toscana, e di più patti l'ebbe; da' Fiorentini C cavalieri e Vc pedoni tutti
soprasegnati a gigli, e di Bologna altrettanti, e simigliante di Romagna e di
più altre parti, e andarono a Genova per mare per la via di Talamone; sì che,
giunta l'amistà, il re si trovò in Genova in calen di novembre del detto anno
con più di MMD cavalieri e pedoni sanza numero. Di fuori n'avea più di MD
cavalieri, ed era capitano dell'oste messer Marco Visconti di Milano, e aveano
le fortezze de' monti d'intorno, per modo che 'l re non potea campeggiare. E
così dimoraro le dette osti in guerra stretta di badalucchi e di traboccarsi e
saettarsi tutta la detta state, e eziandio il verno, che l'uno da l'altro non
potea avanzare. E in questa stanza il detto messer Marco Visconti ebbe tanta
audacia, che fece richiedere il re Ruberto di combattere co·llui corpo a corpo,
e quale vincesse rimanesse signore; per la qual cosa il re molto isdegnò.
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