CXVI
De le
battaglie che gli usciti di Genova e' Ciciliani diedono a la terra, e ebbono il
peggiore.
Nel detto
anno MCCCXX, essendo l'oste a Genova per mare e per terra per lo modo detto
addietro, e veggendo i Ciciliani e gli usciti di Genova che da la parte del
porto non poteano prendere la città, però che 'l porto era tutto impalizzato e
incatenato, e di sopra di grosso legname imbertescato, di maraviglioso lavoro,
e veggendosi venire il verno adosso, si ritrassono con tutta loro armata in
Bisagno, e da quella parte co' loro cavalieri e co la ciurma de le loro galee
in terra discesono, e sopra Carignano la terra agramente combattero per due
volte, l'una a dì XXVI di settembre, e l'altra a dì XXVIIII di settembre, con
grande speranza d'avere la città per forza da quella parte; e quegli de' borghi
combatteano la città da la loro parte, quegli de la città difendendosi di dì e
di notte a tutte le battaglie vigorosamente. A la fine, a l'ultima battaglia,
uscì la cavalleria ch'era nella città del re Ruberto con popolo assai per la
porta di Bisagno, e assalendo l'oste de' Ciciliani e usciti, vigorosamente gli
levaro da la battaglia de la città: ritraendosi combattendo quasi come
sconfitti, si ricolsono a galee, e vi lasciarono presi e morti gente assai; e
la detta armata de' Ciciliani se n'andò in Cicilia molto peggiorata, e quella
degli usciti a Saona; e così l'ultimo dì di settembre fu liberata la città di
Genova, e il campo dell'oste ch'era in Bisagno si ritrasse al monte e a l'altra
oste ch'era ne' borghi.
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