CLIII
De' romori
e grandi novità ch'ebbe nella città di Pisa per la setta de' cittadini.
Nel MCCCXXII,
del mese di maggio, la città di Pisa si levò a romore per cagione delle sette
ch'erano tra' cittadini. Messer Corbino de la casa de' Lanfranchi uccise messer
Guido da Caprona de' maggiori cittadini che vi fosse; e quello de' Lanfranchi
preso a romore di popolo, a·llui e al fratello fu tagliato il capo. E per
cagione di ciò non cessò il romore ne la terra, ma più caldamente si raccese,
che il conte Nieri de' Gherardeschi signore delle masnade tedesche co' grandi
de la terra corsono la città, e a furore da' detti grandi Lanfranchi e Gualandi
e Sismondi e Capornesi ch'erano dell'altra setta contra il popolo uccisono tre
possenti popolani, e cercando per tutto quegli ch'erano de la setta di Coscetto
dal Colle per uccidergli, dicendo che aveano fatto uccidere quello da Caprona,
e facieno venire Coscetto dal Colle: il popolo per la detta ingiustizia e
micidi isdegnarono contra il conte Nieri e contra i grandi. Il secondo dì
s'armarono e corsono la terra, e vollono che giustizia si facesse, onde furono
condannati XV de' maggiori de le dette case per ribelli, e guasti i beni loro:
il conte medesimo sarebbe stato corso dal popolo di Pisa, se non che si trovò
forte de le masnade; e sì si disse che ne' micidi detti non avea avuto colpa,
ma più il campò che Castruccio con tutto suo isforzo venne per due volte infino
in sul Monte San Giuliano. I Pisani temendo de la sua venuta, ch'egli e la sua
gente non corressono e rubassono la città, sì gli contradissono la venuta.
Istando i Pisani sotto l'arme e in grande sospetto più giorni per le dette
divisioni e sette, Coscetto dal Colle popolano, uomo di grande valore e ardire,
il quale era stato capo di popolo in Pisa a cacciare Uguiccione da la Faggiuola,
e poi a uccidere quegli della casa de' Lanfranchi, come adietro ha fatta
menzione, e allora era fuori di Pisa per ribello, sentendo le dette divisioni
in Pisa per certi trattati di suoi amici d'entro, venia in Pisa per mutare
stato a la città, e per uccidere e cacciare il conte Nieri e' suoi seguaci;
essendo fuori di Pisa assai presso a la città in una piccola casa d'uno villano
per entrare la mattina per tempo in Pisa, un suo compare e confidente il tradì
e l'apostò al conte, il quale a grande furore fu menato preso in Pisa, e sanza
altro giudicio fatto, il fé tranare, e tranando tagliato a pezzi, e gittato in
Arno. E fatto ciò, la terra si racquetò, e feciono grande festa e processione,
e mandaro a' confini più nobili e popolani de la setta del detto Coscetto in
diverse e lontane parti del mondo, e 'l detto conte Nieri feciono signore e
difensore del popolo di Pisa dì XIII di giugno MCCCXXII; e così in pochi dì il
detto conte fu in così varie e diverse fortune.
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