CLXXXIII
Come certi
de la casa de' Tolomei feciono grande guerra nel contado di Siena.
Nel detto
anno MCCCXXII, del mese di dicembre, messer Deo de' Tolomei co' suoi seguaci
ribelli di Siena, coll'aiuto e trattato del vescovo d'Arezzo e di certi loro
amici di Firenze, con danari e impromesse corruppono V conastaboli oltramontani
co·lloro masnade in quantità di CC a cavallo, i quali erano al soldo del Comune
di Firenze, i quali sanza saputa del detto Comune si partirono da Fucecchio, e
andarne in Valdichiane, e congiunti col detto messer Deo e co la gente del
vescovo d'Arezzo e con C cavalieri d'Orbivieto, presono il castello
d'Asinalunga e quello di Torrita, e corsono per lo contado di Siena guastando e
rubando sanza nullo riparo; e facevansi chiamare la Compagna, ed erano bene Vc
cavalieri e gente a piè assai sanza ordinato soldo, vivendo di ratto e di
ruberia; per la qual cosa in Siena n'ebbe grande paura e gelosia: mandarono per
soccorso a' Fiorentini, i quali vi mandarono CCC cavalieri e M pedoni, e 'l
capitano del popolo con grande ambasceria per trattare accordo, il quale da'
Sanesi non fue inteso, temendo che' Fiorentini in servigio di quegli della casa
de' Tolomei non avessono fatta ismuovere la detta gente; ma feciono più
confinati della casa de' Tolomei e di loro amici, e fortificarsi di soldati
assai, e feciono loro capitano di guerra il conte Ruggieri da Doadola de' conti
Guidi. E stando la detta Compagna nel contado di Siena, per gli Sanesi furono
contastati di guerra guerriata, non assicurandosi d'aboccarsi a battaglia, sì
come a gente disperata; e così stettono tutto il verno. A la fine la detta
Compagna per più difetti non possendo durare, si partirono a dì XVI di febbraio
MCCCXXII, e sbarattarsi nella Marca e in più parti, e così per buona sostenenza
i Sanesi rimasono liberi di quella afflizzione, e sì riconobbono che quella
ismossa di gente non fu con volontà del Comune di Firenze, anzi gli sbandirono
come traditori i detti soldati.
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