CXCI
Come
l'oste di Milano furono sconfitti da quegli della Chiesa in sul fiume d'Adda.
Nel detto
anno, del mese di febraio, essendo cavalcata la cavalleria e l'oste della
Chiesa da Piagenza in sul contado di Milano ne la contrada de la Graradadda al
castello di Cravazzo, il quale si teneva per gli nuovi usciti di Milano, là si
trovarono tra soldati della Chiesa e l'amistà di Lombardia e di Toscana più di
IIm cavalieri d'arme e popolo assai, ond'era capitano messer Castrone nipote
del legato e messer Vergiù di Landa. Messer Marco Visconti con VIIIc cavalieri
de le masnade di Milano e popolo assai era venuto in su la riva del fiume d'Adda
a la villa di Trinazzo e a Basano per contrastare il passo a la detta oste de
la Chiesa. Avenne che venendo, XXV di febbraio MCCCXXII, messer Vergiù di Landa
cogli usciti di Milano con Vc cavalieri, dilungandosi alquanto dall'oste su per
la riva d'Adda passarono il fiume; messer Marco con sua gente andò contra loro,
e assaligli vigorosamente per modo che gli avea quasi sconfitti; e già morto il
fratello di messer Vergiù, e messer Simonino Cravelli, e messer Francesco da
Garbagnana usciti di Milano e più altri; l'altra oste de la Chiesa ch'era in su
la riva, veggendo la detta battaglia per lo capitano e conastaboli e insegna
del Comune di Firenze, ch'era messer Filippo Gabbrielli d'Agobbio, e messer
Urlimbacca tedesco, prima messi a passare l'Adda e l'altra gente appresso, con
grande contasto de' nimici nel fiume, e alla riva combattendo vittoriosamente
passaro, e trovando la gente di messer Marco sparta e travagliata gli misono in
isconfitta; ove grande quantità ne rimasono morti e presi, e fuggito il detto
messere Marco col rimaso di sua gente a Milano, l'oste della Chiesa presono
Trinazzo e più ville e castella; e a dì XXVII di febbraio presono la terra di
Moncia presso a Milano VIII miglia, e incontanente più gente cittadini uscirono
di Milano a cavallo e a piè, e vennono a la detta oste.
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