CXCIX
Come
messer Marco Visconti di Milano fu sconfitto da la gente de la Chiesa.
Nel detto
anno, martidì a dì XVIIII d'aprile, messer Marco de' Visconti si partì di
Milano con M cavalieri e IIm pedoni, molto buona gente d'arme, per prendere e
guastare il ponte da Vaveri e quello da Casciano sopra il fiume d'Adda, acciò
che vittuaglia non potesse venire a l'oste de la Chiesa ch'era a Moncia.
Sentendo ciò i capitani de la detta oste, messer Arrigo di Fiandra, e messer
Gianni de la Torre, e messer Castrone nipote del legato, e messer Vergiù di
Landra, e messer Filippo Gabbrielli capitano de' soldati del Comune di Firenze,
co·loro masnade in numero di MCC cavalieri e da IIIm pedoni si partirono da
Moncia per contrastare il detto Marco Visconti e sua gente. E scontratisi
insieme al luogo detto la Gargazzuola, quasi in sul tramontare del sole, la
battaglia fu aspra e dura d'una parte e d'altra, però che in ciascuna parte era
la migliore cavalleria de le dette osti; e grande pezzo durò la battaglia, che
non si sapea chi avesse il migliore. A la fine Marco Visconti e sua gente
furono rotti e sconfitti, e di sua gente a cavallo vi rimasono tra morti e
presi intorno IIIIc, e rimasonvi XVII bandiere, sanza quegli da piè in gran
quantità; e cavagli vi rimasono morti tra dell'una parte e de l'altra VIIIc e
più; di quegli de la Chiesa vi rimasono da XXV a cavallo tra morti e presi, e
uno Tedesco conostabole de' Fiorentini con III altri conostaboli della Chiesa
vi rimasono presi ne la lunga caccia; la notte si trovaro partiti da' suoi
infra' nimici, e furono ritenuti. E così Marco Visconti col rimanente di sua
gente si tornò a Milano; ma se non fosse la notte, la detta guerra era finita,
ché de la gente di Marco Visconti pochi ne scampavano.
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