XXI
Com'Eneas si partì di Troia e arrivò a Cartagine in Africa.
Ancora si partì de la detta distruzione di Troia Eneas con Anchises suo
padre e con Ascanio suo figliuolo nato di Creusa figliuola del grande re
Priamo, con séguito di IIImCCC uomini de la migliore gente di Troia, e
ricolsonsi in su XXII navi. Questo Enea fu della schiatta reale di Troiani in
questo modo: che Ansaraco figliuolo di Troio e fratello d'Ilion, onde al
cominciamento è fatta menzione, ingenerò Daphino, e Daphino ingenerò Anchises, e
Anchises ingenerò Enea. Questo Enea fu signore di grande valore, savio, e di
grande prodezza, e bellissimo del corpo. Quando si partì di Troia co' suoi, con
grande pianto, avendo perduta Creusa sua moglie a lo stormo de' Greci, sì
n'andò prima all'isola di..., e sacrificio fece ad Appollo Idio del sole, overo
idolo, domandando consiglio e risponso in quale parte dovesse andare; dal quale
ebbe risponso e comandamento che dovesse andare nel paese e terra d'Italia, là
onde prima erano venuti a Troia Dardano e' suoi anticessori, e dovesse intrare
in Italia per lo porto, overo foce, del fiume d'Alba; e dissegli per lo detto
risponso che dopo molte fatiche di mare e battaglie nella detta terra d'Italia
avrebbe moglie e grande signoria, e della sua schiatta sarebbono possenti re
imperadori, i quali farebbono grandissime e notabili cose. Udito ciò, Enea fu
molto riconfortato per la buona risposta e promessa: incontanente si mise in
mare con sue genti e navile, il quale navicando per più tempo ebbe di molte
fortune, e arrivò in molti paesi, e prima nella contrada di Macedonia ove erano
già Elenus, e la moglie, e 'l figliuolo d'Ettor; e dopo la dolorosa accoglienza
per la ricordanza della ruina di Troia, si partiro. E navicando per diversi
mari, ora innanzi, e ora adietro, o a traverso, come gente ignoranti del paese
d'Italia, né grandi maestri né pedoti di mare non aveano co·lloro che gli
guidasse, anzi navicavano quasi come la fortuna e' venti del mare gli menava,
sì arrivaro nell'isola di Cicilia, che' poeti chiamano Trinacia, e dove è oggi
la città di Trapali iscesono in terra; nel quale luogo Anchises suo padre per
molta fatica e vecchiezza passò di questa vita, e nel detto luogo fu soppellito
a·lloro maniera con grande solennità. E dopo il grande corrotto fatto per Enea
del caro padre, di là si partirono per arrivare in Italia: e per grande fortuna
di mare si dipartiro la detta conserva delle navi, e l'una tenne una via, e
l'altra un'altra. E l'una delle dette navi con tutta la gente profondò in mare,
l'altre arrivaro a li liti d'Africa, non sappiendo l'una dell'altra, là dove si
facea la nobile città di Cartagine per la possente e bella reina Dido venuta là
di Sidonia, che oggi si chiama Suri; la quale il detto Enea, e Ascanio suo
figliuolo, e tutta sua gente delle XXI navi che a quello porto si ritrovaro la
detta reina acolse con grande onore, e maggiormente perché la detta reina di
grande amore fu presa di Enea incontanente che 'l vide, per modo che per lei vi
dimorò Enea più tempo in tanto diletto, che non si ricordava del comandamento
degli Dei che dovesse andare in Italia; e per sogno, overo visione, per gli
detti Iddei gli fu comandato che più non dovesse dimorare in Africa. Per la
qual cosa subitamente con sua gente e navilio si partì di Cartagine; e però la
detta reina Dido per lo smaniante amore colla spada del detto Enea ella
medesima sé uccise. E chi questa storia più pienamente vorrà trovare legga il
primo e secondo libro dell'Eneida che fece il grande poeta Virgilio.
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