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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • CCLXXI               Come si mutò stato di reggimento in Firenze.
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CCLXXI

 

           

Come si mutò stato di reggimento in Firenze.

           

Nel detto anno MCCCXXIIII, del mese di settembre, certi caporali grandi e popolani che reggeano la città di Firenze (parea che tra·lloro medesimi avea certi di quegli che nel reggimento volessono più che parte, ciò erano detti Serraglini, ch'erano i Bordoni, e altri loro seguaci) vennono in divisione; e la maggiore parte di loro che si teneano migliori popolani, acostandosi con quegli che non aveano retto per adietroessuti di loro setta, che n'avea alquanti tra priori; e i loro XII consiglieri, che allora erano a la signoria della città, copertamente e con ordine fatta feciono pendere balìa a' detti priori e' dodici consiglieri, a correggere e a riformarelloro volontà la lezione de' priorati fatti l'anno dinanzi, e quelle lezioni trovando assai bene fatte, no·lle mutarono, ma arrosono gente nuova per VI priorati, e mischiarsi insieme con gli altri, e mettendovi dell'altra setta che non avea retto, sotto colore di raccomunare la città, e dare parte a' buoni uomini. E conseguendo il detto processo, il seguente priorato, del mese di novembre seguente, feciono lezione per XLII mesi di tutti gli ufici che doveano venire, sì de' gonfalonieri de le compagnie, e simigliante de' dodici consiglieri segreti de' priori, e de' condottieri de le masnade di soldati, a trargli a le lezioni, come venieno, di sei in sei mesi, e mischiarono assai presso ch'ebbene di ciascuna setta, e misorgli in bossoli. E simigliante corressono le lezioni de le capitudini dell'arti, pognamo non facessono di loro più ch'una elezione. E così si rinovellò nuovo stato in Firenze, sanza niuna novità o pericolo di città, mischiatamente della setta ch'avea retta la città dal tempo del conte a Battifolle infino allora, e di quella gente che non avea retto, rimagnendo quegli ch'aveano retto in assai buona parte de la signoria. Avemo di questa mutazione fatta menzione per assempro a quegli che sono a venire, e perché nullo viva in isperanza che le cose comuni e signorie, spezialmente in Firenze, abbiano fermo stato, ma sempre siamo in mutazioni; ché faccendo ragione, la detta setta che si criò al tempo del detto conte a Battifolle, non compié di durare VIII anni interi, vincendo ancora de le loro opere assai il meglio.

 




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