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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • CCLXXXIII               Come in Firenze ebbe mutazione per cagione de le sette.
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CCLXXXIII

 

           

Come in Firenze ebbe mutazione per cagione de le sette.

           

Nel detto anno, del mese di gennaio, essendo per setta accusato Bernardo Bordoni e altri suoi compagni a l'esecutore della giustizia ch'avessono fatta baratteria a l'oficio della condotta di soldati, i suoi compagni comparirono e scusarsi; ma il detto Bernardo essendo a Carmignano per ambasciadore del Comune, il detto esecutore volendolo condannare, e parte dell'uficio de' priori il contastavano che l'aveano mandato in pruova a Carmignano, e Chele Bordoni suo fratello col favore e famiglia de' priori comparì a la condannagione, protestando a l'esecutore; zuffa e romore si cominciò tra la famiglia de' priori e quella de l'esecutore, onde tutta la città quasi romì. A la fine l'esecutore il condannò in libbre MM, e che non avesse mai uficio; e forse non sanza giusta cagione. E prese il detto Chele e più altri loro seguaci, e condannogli grossamente, e mandogli a' confini a torto, sanza altra ragione, con tutto ne fossono degni; non per questa cagione, ma per la loro soperchia arroganza, ch'erano i più prosuntuosi popolani di Firenze, e aveano guidata la terra assai tempo. Ma per abbattere loro e la loro setta, ch'erano chiamati Serraglini, fu loro fatto più che per giustizia. E per cagione di ciò uno che allora era de' priori loro amico e vicino, che gli aveva favorati, uscito del priorato, fu condannato da l'esecutore per contumacia sotto inquisizione di baratteria in libbre MVc a torto e sanza ragione, in abassamento e disinore dell'uficio del priorato. E tutto fu per cagione de le sette, però che 'l detto esecutore favoreggiava coloro ch'erano tornati in istato in Comune. Per la qual cosa l'uficio del detto esecutore, ch'avea nome Pietro Landolfo da Roma, montò in tanta audacia e tracotanza, che l'uficio de' priori avea per niente; e tanto crebbe, ch'avrebbe guasta la città a modo d'uno bargello; e già l'avea follemente cominciata, se non che poi raveduti i buoni popolani che guidavano la città che l'opera andava male, vi misono freno, e feciono dicreto che' priori potessono privare dell'uficio, podestà, e capitano, e esecutore, che non si portassono bene; per la qual cosa il detto esecutore si ritenne del suo folle intendimento. Di ciò avemo fatta menzione non tanto per lo piccolo fatto de' Bordoni, quanto per la mutazione che ne seguì, e per le sette di Firenze, e per assempro per l'avenire; però che per la cagione di questa novità al tutto fue atterrata quella setta de' Serraglini, e non fu piccola mutazione tra' popolani di Firenze.

 




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