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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo primo
    • Libro primo
      • XXII     Come Enea arrivò in Italia.
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XXII

 

 

Come Enea arrivò in Italia.

 

Partito Enea d'Africa, ancora capitò in Cicilia, dove avea soppellito il padre Anchises, e in quello luogo fece l'anovale del padre con grandi giuochi e sacrificii, e ricevettono grande onore da Anceste allora re di Cicilia, per lo antico parentado di Troiani discendenti di Siccano di Fiesole. Poi si partì di Cicilia e arrivò in Italia nel golfo di Baia, che oggi si chiama Mare Morto, al capo di Miseno, assai presso dov'è oggi Napoli; ne la quale contrada avea boschi e selve grandissime, e per quelle andando Enea, per fatale guida della Sibilla Erittea menato fu a vedere l'inferno e le pene che vi sono, e poi il limbo; e secondo che racconta Virgilio nel VI libro dell'Eneida, vi trovò e conobbe l'ombre, overo imagini dell'anima del suo padre Anchises, e di Dido, e di più altre anime passate. E per lo detto suo padre gli fu mostrato, overo per visione notificato, tutti i suoi discendenti e loro signoria, e quelli che doveano fare la grande città di Roma. E dicesi per gli più che in quello luogo ove fu per la savia Sibilla menato fue per le diverse caverne di Monte Barbaro il quale è sopra Pozzuolo, che ancora al d'oggi sono maravigliose e paurose a riguardare; e altri avisano e stimano che per virtù divina o per arte magica ciò fosse mostrato ad Enea in visione di spirito, per significargli le grandi cose che doveano uscire e essere di suoi discendenti. Ma quale che si fosse, come uscì dello inferno, si partì; e intrato in nave, seguendo le piagge e la foce del fiume del Tevero detto Albola, entrò e arrivò, e disceso in terra, per agurio e per segni conobbe ch'era arrivato nel paese d'Italia, che dalli Iddii gli era promesso; e con grande festa e allegrezza fecero fine a le loro fatiche del navicare, e cominciaro a fare loro abitacoli e fortezze di fossi e di legname de le loro navi. E quello luogo fu poi la città d'Ostia; e quella fortezza feciono per tema de' paesani, i quali per paura di loro, sì come gente straniera e da·lloro costumi salvaggia, e per nimici gli trattavano, e più battaglie ebbono co' Troiani per cacciargli del paese, de le quali i Troiani di tutte furono vincitori.

 




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