CCXCVI
Come il
duca di Calavra con grande armata andò sopra la Cicilia.
Nel detto
anno, a dì VIII di maggio MCCCXXV, Carlo duca di Calavra e figliuolo
primogenito del re Ruberto, apparecchiata una grande armata di CXX galee e
uscieri, e legni di carico in grande quantità, con MMD cavalieri e popolo
grandissimo, si partì di Napoli per andare in Cicilia; ma per contrario tempo
dimorò a l'isola d'Ischia infino a XXII dì di maggio; poi fatta vela arrivò a
Palermo il dì de la Pentecosta, dì XXVI di maggio, e puose assedio a la detta
città di Palermo, e dièvi più battaglie di dì e di notte, e faccendo minare de
le mura, ma niente v'aquistò altro che di guastarla intorno, e dimoròvi a
l'assedio infino a dì XVIII di giugno. Poi partita l'oste, al terzo dì
rovinarono delle mura di Palermo più di CCC braccia da la parte ov'era stata
l'oste. Nota a che pericolosa fortuna furono i Palermitani, e come fu corta la
felicità del duca. E partito il duca, fece la via per terra da Coriglione con
sua oste, e 'l navilio per mare, guastando Trapali e tutto il paese d'intorno,
e tutta Valle di Mazzara, e poi Seragosa e Cattania, e poi a dì VII d'agosto si
puose a Messina da la contrada detta Taurnabianca, infino presso a la città a
II miglia, guastando tutto sanza riparo o contasto nullo. E a dì XX d'agosto si
partì dell'isola sano e salvo con tutta sua oste e navilio, e arrivò in
Calavra; e a dì... di... tornò in Napoli.
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