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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • CCCIII               Come il castello d'Altopascio si rendé a' Fiorentini.
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CCCIII

 

           

Come il castello d'Altopascio si rendé a' Fiorentini.

           

Sentendo quegli di Altopascio la rotta da Carmignano, e essendo da·lloro assai malati, e vegnendo tra·lloro a riotta dentro, sì s'arenderono a' Fiorentini a XXV d'agosto MCCCXXV, salve le persone, che v'aveva dentro Vc fanti, e fornito per due anni. Preso Altopascio, nell'oste de' Fiorentini e ancora in Firenze ebbe contasto o d'andare più innanzi o di tornare all'assedio a Santa Maria a Monte, e in questo bistentaro, e ristettono ad Altopascio, poi che·ll'ebbono, infino a VIIII di settembre, con grande spendio e scemamento dell'oste de' Fiorentini, sì per molti infermi che v'avea, e a' più era rincresciuto l'osteggiarelungamente, e d'altra parte per la baratteria che messer Ramondo facea al suo maliscalco, di dare parola per danari a chi si volea partire dell'oste, onde molto scemò l'oste de' Fiorentini; e 'l detto messer Ramondo non v'avea la metà di sua gente: di questi difetti accorgendosi i savi, e di Firenze ch'erano nell'oste capitani, com'era impossibile di passare in verso Lucca per le fortezze e ripari di Castruccio, consigliavano che 'l porsi a Santa Maria a Monte, e l'afforzare il campo, e avicendare i cittadini e' forestieri; e di fermo era il migliore, e sanza guari indugio s'avea il castello per difetto d'infermità che v'era stata dentro. Altri cittadini grandi e popolani che menavano messer Ramondo e l'ostelloro guisa (ciò fu etc.; per loro prosunzione e vanagloria) si fermarono s'andasse infino a Lucca anzi che l'oste tornasse in Firenze e così si prese partito del peggiore; e il detto VIIII di settembre si partì d'Altopascio, e per arrota al primo fallo si puosono a la badia a Pozzevere in sul pantano di Sesto, che si poteano porre a la piaggia tra Vivinaia e Porcari, e avevano rotte l'osti de' nimici, e conquiso Castruccio; ma a cui Idio vuole male gli toglie il senno. E con questo crebbe giusta cagione, che messere Ramondo con quegli caporali fiorentini che 'l guidavano per modo di setta si credea essere signore di Firenze, e non volendo porre l'oste a Santa Maria a Monte, né cavalcare e porre l'oste come potea in sul poggio, per quistioni ch'avea mosse a' Fiorentini di volere balìa così nella città, tornato lui, come nell'oste, condusse sé e l'oste de' Fiorentini a pericolo e gran vergogna e dammaggio, come appresso faremo menzione.

 




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