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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • CCCVI               Di quella materia medesima.
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CCCVI

 

           

Di quella materia medesima.

           

Come que' dell'oste de' Fiorentini sentirono che Azzo Visconti con sua gente era venuto di Lombardia in aiuto a Castruccio, ch'erano VIIIc cavalieri tedeschi, e quegli di messer Passerino, domenica mattina XXII di settembre si levarono da campo da la badia a Pozzevero schierati e ordinati, e puosonsi ad Altopascio dal lato di qua, che agiatamente potea venirne l'oste di qua da Guisciana, o almeno si fossono posti in su Gallena, erano signori del combatterelloro volontà; ristettono ad Altopascio per fornirlo. Castruccio, che non ne stava ozioso, veggendo l'oste de' Fiorentini levata per tema e paura, la domenica medesima venne in Lucca per sollecitare Azzo che cavalcasse con sua gente, e a tutte le belle donne di Lucca co la moglie insieme il fece pregare: egli per riposarsi, e che volea la moneta che gli fu promessa, non si volea partire di Lucca, onde Castruccio con grande fatica l'accivì, tra di danari e di promesse di mercatanti, di VIm fiorini d'oro, e promisegli di cavalcare lunidì mattina. Castruccio lasciò la donna sua coll'altre donne che 'l sollecitassono, ed egli la domenica a notte ritornò in sua oste, che gran paura avea che l'oste de' Fiorentini si partissono sanza battaglia, veggendo suo vantaggio. I·lunidì mattina l'oste de' Fiorentini si levò e misonsi in ischiere, ed erano rimasi intorno di IIm cavalieri e non più, per gli malati e partiti dell'oste, e gente a piè da VIIIm, e tutti ad agio si poteano partire e venire a Gallena; ma per aroganza si misono a roteare colle schiere loro verso l'oste di Castruccio, trombando e drappellando richeggendo di battaglia. Castruccio incontanente con sua oste armato, ch'era con MCCCC cavalieri, cominciò a scendere il poggio e tenere a badalucco i Fiorentini, tanto che Azzo con sua gente venisse, e così gli venne fatto, che in su l'ora di terza Azzo giunse colla sua gente; e incontanente che fu venuto si calarono di Vivinaia al piano a la battaglia, i quali furono da XXIIIc di cavalieri in tutto que' dell'oste di Castruccio; ma il popolo suo lasciò al poggio, che pochi ne scesono al piano a la battaglia. L'oste de' Fiorentini molto bene ordinata in ischiere s'afrontò coll'oste di Castruccio, e una piccola schiera de' Franceschi e de' Fiorentini e d'altri intorno di CL a cavallo, ch'erano al dinanzi a la schiera de' feditori, fedirono vigorosamente, e trapassarono le schiere d'Azzo. Gli altri feditori ch'erano ordinati, ch'erano da VIIc, ond'era guidatore messer Bornio maliscalco di messer Ramondo, veggendo cominciata la battaglia, non resse, ma incontanente volse la sua bandiera. Gli altri dell'oste veggendo volgere le 'nsegne de' feditori, isbigottiti, incominciarono a temere, e parte a fuggire: che se messer Ramondo colla schiera grossa avesse ancora pinto dietro a' primi feditori, avea vinta la battaglia, ma istando fermo, e la gente per la mala vista del maliscalco cominciando a fuggire, prima furono da' nimici assaliti che dessono colpo, ma parvono storditi e amaliati; ma il popolo a piè cominciaro a sostenere francamente, ma la cavalleria non resse quasi niente, e così in poca d'ora che durò l'assalto furono rotti e sconfitti: e ciò fu i·lunidì in su la nona, a XXIII di settembre MCCCXXV.

 

La quale sconfitta di certo si disse, che 'l detto Bornio maliscalco per tradimento ordinato si mise prima a fuggire che a·ffedire; e ciò si trovò, ch'egli era stato cavaliere per mano di messer Galeasso Visconti padre del detto Azzo, e stato lungamente a' suoi soldi; e come tornò in Firenze, mai non si lasciò trovare, anzi si partì di nascoso. Il dammaggio de' morti a l'afrontata prima fu piccolo, per lo poco reggere che fece l'oste de' Fiorentini, ma poi a la fugga ne furono morti e presi assai, però che Castruccio mandò incontanente di sua gente a prendere il ponte a Cappiano, il quale sanza assalto per que' v'erano dentro in su le torri, fue abbandonato; onde i Fiorentini e loro amistà che fuggieno ricevettono maggiore danno di morti e di pregioni, che non feciono ne la battaglia. Rimasonne morti in tutto da... tra a cavallo, che furono pochi, e a piè, che non furono XXV de le cavallate di Firenze: morti e presi ne furono in tutto intorno di... intra quali fue messer Ramondo di Cardona capitano dell'oste, e 'l figliuolo, e più baroni franceschi, che alquanto ressono la battaglia; ebbevi da XL de' migliori di Firenze grandi e popolani a cavallo, e da L oltramontani buona gente e di rinnomo, la maggior parte cavalieri, e da XX uomini di rinnomo d'altre terre di Toscana. Tutti gli altri scamparono, chi per una via e chi per altra; ma il campo e la salmeria di tende e arnesi quasi tutti si perdero; e pochi appresso s'arrendé il castello di Cappiano e quello di Montefalcone; e poi a VI d'ottobre s'arrendé Altopascio, e andarne pregioni a Lucca, ch'erano più di Vc; ed era fornito per più tempo e fortissimo. E così in poca d'ora si mutò la fallace fortuna a' Fiorentini, che in prima con falso viso di filicità gli avea lusingati in tanta pompa e vittoria. Ma di certo fu giudicio di Dio per soperchi peccati d'abattere tanta superbia potenza, e così nobile cavalleria e valente popolo, come furono a la prima i Fiorentini ne la detta oste, per più vili di loro e scomunicati; e così nonn-è d'avere speranza in forza umana altro che nel piacere e volontà di Dio e la sua disposizione. Lasceremo al presente alquanto de le sequele e aversità che per la detta sconfitta avennono a' Fiorentini, perché n'è di necessità per trattare dell'altre novità state infra 'l detto tempo per l'universo mondo in più parti, e raccontate quelle, torneremo a nostra materia, in seguire delle storie e fatti de' Fiorentini, ch'assai ne cresce materia di dire.

 




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