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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro decimo
      • CCCXIII               Come il conte Alberto da Mangone fue morto, e suo contado rimase a' Fiorentini.
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CCCXIII

 

           

Come il conte Alberto da Mangone fue morto, e suo contado rimase a' Fiorentini.

           

Nel detto anno, a XVIIII del mese d'agosto, il conte Alberto da Mangone fu morto a ghiado per tradigione in sua camera per Ispinello bastardo suo nipote e per uno di quegli di Coldaia a petizione degli Ubaldini e di messer Benuccio Salimbeni di Siena, che tenea Vernia e avea per moglie la figliuola che fu del conte Nerone, perché gli faceva guerra del detto retaggio. Per la qual cosa il castello di Mangone e la corte fue per lo detto Spinello renduto al Comune di Firenze, e ebbene per lasciare la rocca XVIIc di fiorini d'oro dal Comune, con tutto che di ragione succedea al Comune di Firenze e Mangone e Vernia, per testamento fatto per lo conte Allessandro padre d'Alberto e Nerone, e poi ratificato per lo detto Alberto e Nerone, che se rimanessono sanza reda di figliuoli maschi legittimi, ne fosse reda il Comune di Firenze. E ancora il Comune di Firenze v'avea su ragione per censi vacati, i quali doveano per patti di molti tempi adietro. Nel detto anno, a XXVIII d'agosto, CC cavalieri di quegli ch'erano nel borgo a San Donnino, andando per foraggio, furono sconfitti al ponte a Lensa da quegli di Parma.

 




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