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Dello
stato di Firenze medesimo.
I Fiorentini
essendo in tanta afflizzione di guerra e così isprovati dal tiranno Castruccio
loro nimico, mandarono per soccorso al re Ruberto a Napoli e a' vicini e agli
amici, ma da nullo n'ebbono sùbito aiuto, se non da' Samminiatesi LXXX
cavalieri e da' Colligiani XXV e C fanti. E feciono, per paura che non
valicasse Castruccio da l'altra parte de la città, afforzare la rocca di Fiesole,
però che n'avea minacciati i Fiorentini, e avea grande volontà di riporre
Fiesole per assediare meglio la città; e avrebbelo fatto, se' signori Ubaldini
l'avessono seguito, come aveano promesso. E ancora per paura di Castruccio i
Fiorentini feciono afforzare la badia di Samminiato a Monte, e in ciascuno
luogo misono gente e guernigione; e ancora per tema che gli sbanditi non
facessono raunata né rubellazione dentro a la città o di fuori d'alcuno
castello feciono ordine e dicreto che ciascuno potesse uscire di bando chente e
per che misfatto si fosse, pagando al Comune certa piccola gabella, salvo
quegli delle case escettati per Ghibellini o Bianchi rubelli. E feciono
capitano di guerra messer Oddo da Perugia, ch'era venuto per lo suo Comune
capitano, e messer Guasta da Radicofani a la guardia de la città. E così come
gente ismarrita e sconfitta si sostentaro, intendendo solamente a la guardia
della città, ogni onori abandonando.
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