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Giovanni Villani
Nuova cronica

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  • Tomo primo
    • Libro primo
      • XXIII     Come il re Latino signoreggiava Italia, e come Enea ebbe la figliuola per moglie, e tutto il suo regno.
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XXIII

 

 

Come il re Latino signoreggiava Italia, e come Enea ebbe la figliuola per moglie, e tutto il suo regno.

 

Signoreggiava in quello paese il regno (ond'era principale la città di Laurenzia che era presso dove è ora la città di Terracina, e ancora appare disfatta) il re Latino, il quale fu de' discendenti de·re Saturno che venne di Creti, quando fu cacciato da Iove suo figliuolo, come dinanzi facemo menzione. E quello Saturno arrivò nel paese di Roma che allora signoreggiava Giano, uno de' discendenti di Noè; ma la gente era allora molto grossa, e viveano, quasi come bestie, di frutta e di ghiande, e abitando in caverne. Quello Saturno, savio di scrittura e di costumi, per suo senno e consiglio adirizzò que' popoli a vivere come gente umana, e fecegli lavorare terre e piantare vigne, e edificare case, e terre e città murare, e de la città di Sutri, detta Saturna, fu il primo edificatore, e per lui così ebbe nome; e fu in quella contrada per lo suo studio prima seminato grano, onde quegli del paese l'aveano per uno Idio; e Giano medesimo che n'era signore il fece compagno, e li diede parte nel regno. Questo Saturno regnò in Italia XXXIIII anni, e dopo lui regnò Picco suo figliuolo anni XXXI; e dopo Picco regnò Fauno suo figliuolo XXVIIII anni, e fu morto da' suoi: di Fauno rimase Lavino e Latino. Quello Lavino edificò la città di Lavina; e poco regnò Lavino; e morto lui rimase il regno a Latino, il quale a la città di Lavina mutò il nome in Laurenzia, perché in su la mastra torre nacque uno grande albore d'alloro. Il detto Latino regnò XXXII anni, e fu molto savio, e molto amendò la lingua latina. Questo re Latino avea solamente una figliuola bellissima chiamata Lavina, la quale per la madre era promessa a uno re di Toscana ch'avea nome Turno della città d'Ardea, oggi chiamata Cortona. Toscana ebbe nome il paese e provincia, però che vi furono i primi sacrificatori a l'Idii con fummo d'uncenso, detto tuscio. Venuto Enea nel paese, richiese pace al detto re Latino, e che potesse abitare in esso; dal quale Latino fu ricevuto graziosamente, e non solamente datogli licenzia d'abitarvi, ma gli promise Lavina sua figliuola per moglie, però che per fatale comandamento dell'Iddei avea che·lla dovesse maritare a straniero, e non a uomo del paese. Per la quale cagione, e per avere il retaggio del re Latino, grandi battaglie ebbe da Enea e Turno, e que' di Laurenzia per più tempo; il quale Turno uccise in battaglia il grande e forte gigante Pallas figliuolo di Menandro re di VII colli, ove è oggi Roma, il quale era venuto in aiuto a Enea; e morinne la vergine Cammilla per mano d'Enea, ch'era maravigliosa in arme. Alla fine il detto Enea vincitore dell'ultima battaglia, e morto di sua mano Turno, Lavina ebbe per moglie, la quale molto amava Enea, e Enea lei, e ebbe la metà del regno del re Latino. E dopo la morte del re Latino, che poco vivette poi, Enea ne fu al tutto signore, il quale dopo la morte del re Latino regnò III anni e morìo: il modo non si sa di certo. Queste istorie Virgilio poeta pienamente ne fa menzione nell'Eneidos; e nota che in ogni cittade ch'avesse rinomo o potenzia avea uno re, che a la comparazione de' presenti nostri tempi era ciascuno re di piccolo essere e potenzia.

 

 

 




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