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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro undecimo
      • X               Come il re Ruberto e 'l duca mosse i primi patti a' Fiorentini.
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X

 

           

Come il re Ruberto e 'l duca mosse i primi patti a' Fiorentini.

           

Nel detto anno, del mese di dicembre, lo re Ruberto mandò al Comune di Firenze che oltre al primo patto che' Fiorentini aveano fatto al duca, come addietro è fatta menzione, volea che' Fiorentini stessono a pagare la taglia di VIIIc cavalieri oltramontani; per gli quali avea mandati in Proenza e in Valentinese e in Francia, e l'altre città amici di Toscana, come sono Perugini e' Sanesi e l'altre terre d'intorno, acciò che 'l duca in su la guerra fosse meglio acompagnato; e se ciò non si facesse per gli Fiorentini, mandò al duca che si partisse di Firenze e tornassene a Napoli. Per la quale richesta i Fiorentini si turbarono molto, imperciò che assai parea loro essere caricati di spese, e parea loro, ed era vero, che 'l re rompéo loro i patti; e mal partito aveano di lasciare partire il duca di Firenze, e le terre vicine male voleano concorrere alla spesa, onde il più del carico tornava sopra il Comune di Firenze. Per la qual cosa per lo meno reo partito i Fiorentini feciono composizione col duca di dargli XXXm fiorini d'oro per gli detti cavalieri, e' Sanesi ne diedono anche parte, e l'altre piccole terre d'intorno, ma i Perugini non vollono stare alla spesa. Ma come s'andasse la spesa, infra uno anno che 'l duca era venuto in Firenze, tra per lo suo salario e l'altre spese opportune che fece portare a' Fiorentini, più di IIIIcL migliaia di fiorini d'oro si trovò speso il Comune di Firenze, usciti di gabelle e d'imposte e libbre e altre entrate di Comune; che fu tenuta grande cosa e maravigliosa, e molto se ne doleano i Fiorentini. E oltre a questo, per lo consiglio de' suoi aguzzetti savi del regno di Puglia, si recò al tutto la signoria da la piccola cosa a la grande di Firenze, e avilì sì l'uficio de' priori, che nonn-osavano fare niuna cosa quanto si fosse piccola, eziandio chiamare uno messo; e sempre stava con loro uno de' savi del duca, onde a' cittadini, ch'erano usati di signoreggiare la città, ne parea molto male: ma grande sentenzia di Dio fu che per le loro sette passate fosse avilita la loro giuridizione e signoria per più vile gente e men savi di loro.

 




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