XXX
Come il
duca e' Fiorentini feciono oste sopra Castruccio, e presono per forza il
castello di Santa Maria a Monte.
Nel detto
anno, a dì XXV di luglio, si partì l'oste di Firenze ordinata per lo duca e per
lo detto Comune, e rassegnaronsi e feciono mostra la cavalleria ne la piazza di
Santa Croce; e furono la gente del duca MCCC a cavallo, e' Fiorentini C
caporali con II o III compagni ciascuno, molto nobile gente e bene in arme e a
cavallo; e nell'isola dietro a Santa Croce si rassegnarono i pedoni, che furono
più di VIIIm. E avuta la benedizione dal legato cardinale e date le 'nsegne per
lo duca, si mossono e andarono la sera, e puosonsi a campo a piè di Signa in su
l'Ombrone; e stettonvi III dì, che niuno non sapea dove l'oste si dovesse
andare, onde molto si maravigliavano i Fiorentini; ma ciò fu fatto cautamente
acciò che Castruccio non si prendesse guardia ove l'oste si dovesse porre, o a
Pistoia, o andare in sul contado di Lucca, e acciò che gli convenisse partire
la gente sua in due parti. E ciò fatto, subitamente di notte si levarono, e
lasciarono tutte le tende tese infino la mattina a terza, acciò che' nimici non
s'accorgessono che l'oste fosse levata, e tutta la notte cavalcarono per lo
cammino di Montelupo, e l'altro giorno anzi l'ora di nona passarono la
Guisciana a uno ponte che fu posto la detta notte al passo di Rosaiuolo; e
passati innanzi CCCC cavalieri ch'erano in Valdarno, e' subitamente si puosono
all'assedio al castello di Santa Maria a Monte. E poi s'agiunse a la detta oste
messer Vergiù di Landa con CCCL cavalieri che mandò il Comune di Bologna,
e·legato ed altre amistà, sì che 'l giorno appresso v'ebbe intorno MMD
cavalieri, e più di XIIm pedoni, de la quale oste era capitano il conte Novello
di Montescheggioso e d'Andri, che il duca era rimaso in Firenze con Vc
cavalieri, però che non fu oste generale, e non era onore del duca di porsi a
oste a uno castello. Il detto castello era molto forte di tre gironi di mura co
la rocca, e di vittuaglia assai fornito, e gente v'avea da Vc uomini, e non
più; però che temendo Castruccio che l'oste non andasse a Carmignano, vi mandò
CC de' migliori masnadieri che fossono in Santa Maria a Monte. E dato termine a
quegli del castello d'arendersi, non obbedendo, domenica a dì II d'agosto si
diede per la detta oste la battaglia da più parti al primo girone di sotto da'
borghi; e' maggiori baroni e cavalieri dell'oste ismontarono da cavallo, e col
pavese in braccio e elmi in capo si misono sotto le mura e per li fossi
rizzando scale a le mura; e 'l popolo a piè veggendo ciò fare a' cavalieri,
feciono maraviglie di combattere; e fu sì aspra battaglia da ogni parte, che di
saettamento per gli balestrieri genovesi ch'erano all'assedio, sì de'
Fiorentini e d'ogni altro assalto, che que' d'entro non poterono durare; e uno
scudiere provenzale ch'avea nome... fu il primaio che salì in su le mura co le
'nsegne, e poi molti apresso, il quale dal duca fu fatto cavaliere, e donogli
rendita in suo paese. E ciò veggendo i terrazzani, isbigottiti abbandonarono i
borghi, e entrarono nel secondo girone. Ma i Fiorentini e la gente del duca
entrati nel primo girone, sanza riposo o indugio incontanente si misono a
combattere l'altro girone, e simile per forza e con iscale e con fuoco che
misono, con grande affanno il dì medesimo il vinsono, e quanta gente vi
trovarono dentro piccioli e grandi misono alle spade, se non alquanti che
ricoverarono nella rocca, e 'l castello da più parti ardendo per lo fuoco prima
messo per gli nostri a la battaglia, e poi la gente nostra rubando la preda, e
togliendola gli oltramontani a' nostri acciò che no·ll'avessono salva, innanzi
metteano i nostri fuoco nelle case e nella preda. E per questo modo non vi
rimase casa piccola né grande che non ardesse; e' terrazzani, uomini e femmine
e fanciugli ch'erano scampati e nascosi, non scamparono del fuoco, imperciò che
molti se ne trovarono morti e arsi. E ciò fu grande giudicio di Dio e non sanza
cagione, imperciò che quegli di Santa Maria a Monte sempre erano stati di parte
guelfa, e aveano tradita la terra e data a Castruccio: e gli usciti di Lucca e
di loro parte assai, e de' migliori ch'allora erano nel castello, per lo detto
tradimento furono dati presi nelle mani di Castruccio. E oltre a·cciò dapoi che
si rendé a Castruccio, era stata spilonca di tutte le ruberie e micidi e
presure e villani peccati fatti in Valdarno e nel paese ne la detta guerra. E
poi che la gente nostra ebbe il castello, si tenne la rocca VIII dì aspettando
soccorso da Castruccio, il quale non s'ardì con sua gente d'uscire di Vivinaia
ov'era a campo, e ciò fue a dì X d'agosto nel detto anno; e quegli ch'erano
nella rocca n'uscirono, salve le persone. E avuta la rocca, l'oste nostra vi
dimorò di fuori a campo VIII giorni per rafforzare la terra e rifare le
bertesche e torri e case, e lasciarla poi guernita di C cavalieri e Vc pedoni.
Avemo sì lungamente detto de la presura del detto castello, però ch'era il più
forte castello di Toscana e meglio fornito, e ebbesi per forza di battaglia,
per la virtù e vigoria de la buona gente ch'era ne la nostra oste, la quale
simile vigoria non si ricorda fosse in Toscana a' nostri tempi; per la qual
cosa Castruccio e sua gente forte isbigottiro, e in nulla parte s'ardivano a
mettere né avisare poi co la nostra gente e con quella del duca.
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