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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro undecimo
      • LXI               Come e quando morì Carlo re di Francia.
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LXI

 

           

Come e quando morì Carlo re di Francia.

           

Nel detto anno MCCCXXVII, il di calen di febbraio, morì Carlo re di Francia di sua malatia, e cogli altri re fu soppellito a San Donis a grande onore. Questi non lasciò nullo figliuolo, ma la reina sua moglie, la quale, come adietro facemmo menzione, era sua cugina carnale, rimase grossa, e fu fatto governatore del reame messer Filippo di Valos suo cugino, e figliuolo che fu di messer Carlo di Valos. Al detto termine la detta reina fece una figlia femmina, sì che de la signoria del reame fu fuori e di quistione, e il detto messer Filippo ne fu re, come innanzi faremo menzione. Questo re Carlo fu di piccola bontà, e al suo tempo non fece cosa notabile, e in lui finì l'eritaggio del reame del suo padre il re Filippo, e de' suoi fratelli, che co·llui furono IIII re: Luis e Giovanni suo piccolo figliuolo nato della reina Cremenza poi che morì il padre, che non vivette che XX , ma pur fu nel numero de' re; e morto il detto fanciullo succedette e fu re il zio, ciò fu il re Filippo, e poi il detto Carlo, e di niuno rimase reda maschio; ciò avenne loro la sentenzia che 'l vescovo d'Ansiona profetezzò loro, come dicemmo adietro nel capitolo della presura e morte di papa Bonifazio, come per lo detto peccato commesso per lo re Filippo loro padre egli e' suoi figliuoli avrebbono gran vergogna e abbassamento di loro stato, e i·lloro fallirebbe la signoria del reame. E così avenne, che come adietro facemmo menzione, vivendo il detto re Filippo padre, le donne de' suoi detti tre figliuoli furono trovate in avolterio con grande vergogna de la casa reale, e in loro fallì la signoria del reame, che di nullo di loro rimase reda maschio. E però è da guardare d'offendere chi è in luogotenente di Cristo, né a santa Chiesa, a diritto né a torto, che con tutto che' suoi pastori per loro difetti non sieno degni, l'offesalloro fatta è dell'onnipotente Iddio.

 




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