LXXI
Come il
figliuolo di messer Stefano della Colonna entrò in Roma, e piuvicò il processo
del papa contro al Bavero.
Apresso la detta
sentenzia data per lo Bavero contro a papa Giovanni XXII, il venerdì, dì XXII
del detto mese d'aprile e de la detta indizione, messer Iacopo figliuolo di
messer Stefano della Colonna venne in Roma ne la contrada di Santo Marcello, e
ne la piazza de la detta chiesa, in presenza di più di M Romani ivi raunati,
trasse fuori uno processo scritto, fatto per papa Giovanni contra Lodovico di
Baviera, e nullo era stato ardito di recarlo e piuvicarlo in Roma, e quello
diligentemente lesse; e disse che agli orecchi del chericato di Roma era
pervenuto che certo sindaco era comparito dinanzi a Lodovico di Baviera, il
quale abusivamente si fa dire imperadore, e sposto contra il santo papa
Giovanni XXII, e ancora il sindaco del popolo di Roma, il quale sindaco, cioè
quello del chericato di Roma, mai non ispuose; e se alcuno fosse venuto come
sindaco vero, non era, con ciò sia cosa che il chericato, cioè i calonaci di
Santo Pietro, e quegli di Santo Giovanni Laterano, e di Santa Maria Maggiore, i
quali sono i primi nel chericato di Roma, e gli altri maggiore cherici seguente
loro, e' religiosi abati e' frati minori e predicatori, e gli altri savi degli
ordini, erano, già sono più mesi, partiti di Roma per cagione de la gente
scomunicata ch'era entrata in Roma; e chi v'era rimaso e avea celebrato era
scomunicato, sì che di ragione non poteano fare sindaco; e se alcuno fosse
stato sindaco innanzi, e fosse rimaso in Roma, ancora era scomunicato: onde
egli contradicendo a quello ch'era stato fatto per lo detto Lodovico, dicendo
che papa Giovanni era cattolico e giusto papa, e ragionevolemente fatto per gli
cardinali di santa Chiesa, e questo che si dice imperadore, imperadore non
essere, ma essere eretico e scomunicato, e' sanatori di Roma e' LII del popolo,
e tutti coloro che consentivano a·llui, e dessono, o avessono dato aiuto o
consiglio o favore, similemente erano eretici e scomunicati. E intorno a la
materia molte altre parole disse, profferendo di ciò provare di ragione, e se
bisognasse, colla spada in mano in luogo comune. E apresso diligentemente il
detto processo scritto conficcò con sue mani ne la porta de la detta chiesa di
Santo Marcello sanza nullo contasto; e ciò fatto, montò a cavallo con IIII
compagni, e partissi di Roma, e andonne a Pilestrino. De le quali cose grande
mormorio fue per tutta Roma; e fatto assapere al Bavero ch'era a Santo Pietro,
gli mandò dietro genti d'arme a cavallo per prenderlo, ma già era assai
dilungato. Per la detta bontade e ardire del detto messer Iacopo, come il papa
il seppe, il fece vescovo di... e mandò ch'egli andasse a·llui, e così fece.
|