LXXV
Come
l'antipapa fece VII cardinali.
A dì XV del
mese di maggio del detto anno l'antipapa fatto per Lodovico di Baviera fece VII
cardinali, i nomi de' quali furono questi: il vescovo che fu disposto di
Vinegia per papa Giovanni, il quale fu nipote del cardinale da Prato; l'abate
di Santo Ambruogio di Milano, il quale anche fu disposto; uno abate d'Alamagna,
il quale lesse la sentenzia contra papa Giovanni; frate Niccola da Fabbriano
de' romitani, il quale è stato nominato in questo, che sermonò contra papa
Giovanni; l'altro fu messer Piero Orrighi e messer Gianni d'Arlotto popolani di
Roma; l'altro, l'arcivescovo che fu di Modona; e alcuno altro Romano n'elesse,
i quali non vollono accettare, avendo di ciò coscienza, ch'era contra Dio e
contra fede. Tutti questi detti di sopra furono disposti di loro benifici per
papa Giovanni, perch'erano sismatici e ribelli di Santa Chiesa, i quali furono
confermati per lo detto Lodovico, sì come fosse imperadore; e egli fornì di
cavagli e d'arnesi l'antipapa e' detti suoi sismatici cardinali. E con tutto
che 'l sopradetto antipapa biasimava per via di spirito le ricchezze e onori
ch'usava il diritto papa e' suoi cardinali e gli altri parlati de la Chiesa, e
tenea l'oppinione che Cristo fue tutto povero e non ebbe propio comune, e così
doveano fare i successori di santo Pietro: egli pur sofferse e volle co' suoi
cardinali avere cavagli e famiglie vestite e cavalieri e donzelli e forniti
d'arnesi, e usare larga mensa a mangiare sì come gli altri; e rimosse e diede
molti benifici ecclesiastichi siccome papa, annullando quegli dati per papa
Giovanni, e dando larghi brivilegi con falsa bolla e per moneta, però che con
tutto che 'l Bavero l'avesse fornito, come avea potuto, egli da sé era sì
povero di moneta, che per necessità convenne che 'l suo papa e' suoi cardinali
e loro corte fosse povera, e per moneta desse brivilegi e dignità e benifici. E
fatte le dette cose, il detto Bavero lasciò il suo papa ne' palagi di San Piero
in Roma, e egli cogli più di sua gente si partì di Roma e andonne a Tiboli, a
dì XVII del detto mese di maggio.
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