XCVIII
Come fu
morto il tiranno messer Passerino signore di Mantova.
Nel detto anno,
a dì XIIII d'agosto, Luisi da Gonzaga di Mantova, con trattato fatto con messer
Cane signore di Verona e coll'aiuto de' suoi cavalieri venuti segretamente a
Mantova, tradì messere Passerino, e corse la città di Mantova gridando: “Viva
il popolo, e muoia messer Passerino e le sue gabelle!”, e con questa furia
vegnendo in su la piazza, trovando il detto messer Passerino isproveduto e
disarmato vegnendo a cavallo a la detta gente per sapere perché il romore
fosse, il detto Luisi gli diede d'una spada in testa, ond'egli morì di
presente; e poi prese il figliuolo e 'l nipote del detto messer Passerino, il
quale suo figliuolo era fellone e reo, e degnamente gli fece morire per mano
del figliuolo di messer Francesco de la Mirandola, cui messer Passerino per tradimento
e a torto avea fatto morire; e poi si fece signore de la terra. E così si
mostra il giudicio di Dio per la parola del suo santo Vangelio, “Io ucciderò il
nimico mio col nimico mio”, abbattendo l'uno tiranno per l'altro. Questo messer
Passerino fu de la casa de' Bonaposi di Mantova, e gli antichi furono Guelfi;
ma per essere signore e tiranno si fece Ghibellino, cacciando i suoi medesimi e
ogni possente di Mantova. Fu piccolo de la persona, ma molto savio e proveduto
e ricco, e fu signore in Mantova lungo tempo e di Modana, e sconfisse i
Bolognesi, come adietro facemmo menzione, l'anno MCCCXXV; ma dopo il colmo de
la detta sua gloria e vittoria ogni dì venne abassando suo stato, come piacque
a Dio.
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