CIII
Come i
Fiorentini presono per forza il castello di Carmignano.
Nel detto
tempo, sentendo messer Filippo di Sangineto con gli altri capitani della guerra
di Firenze e col consiglio de' priori, che·cci trovammo allora di quello
collegio, sentendo che 'l castello di Carmignano non era bene fornito, ed erano
isbigottiti de la morte di Castruccio, sì ordinarono segretamente d'assalirlo e
di combatterlo e prenderlo per forza; e così misono a seguizione, che 'l detto
capitano con certi Fiorentini e con parte della cavalleria e popolo a piè si
partirono una notte ordinata di Samminiato e dell'altre terre di Valdarno, e
feciono la via del monte, e la mattina furono intorno a Carmignano; e per
simile modo, e a uno punto, vi venne la cavalleria de' Fiorentini ch'era in
Prato, co' Pratesi e gente a piè assai, sì che si trovarono intorno a
Carmignano VIIIc cavalieri oltramontani e Vm pedoni. Il castello era assai
forte di sito, e parte murato per Castruccio e parte steccato e affossato, e
con torri e bertesche di legname; ma era d'uno grande giro e porpreso, e dentro
v'avea L cavalieri e da VIIc uomini a piè, che bisognava a la guardia due
cotanti gente. Messer Filippo capitano de' Fiorentini fece tutti i cavalieri
scendere a piè, e a ciascuno conastabole aggiunse pedoni con pavesi e balestra
e raffi e stipa e fuoco, e a ciascuno diede la sua posta intorno al castello; e
da più di XX parti a uno suono di trombe e nacchere il fece assalire e
combattere; la quale battaglia fue aspra e dura e sostenne da la mattina a ora
di nona. Ma a la fine per lo grande porpreso e per la prodezza de' nostri
cavalieri in più parti vinsono la battaglia con grande danno di que' d'entro e
entrarono per forza dentro a la terra e puosono le bandiere. Gli altri de la
terra veggendo entrati i nimici dentro, abbandonarono le loro poste e la terra,
e fuggirono, chi poté, nel girone de la rocca, e l'altra gente entrò poi ne la
terra, e corsolla e rubarla tutta, e di gran preda la spogliarono; e ciò fu a
dì XVI del mese di settembre del detto anno. E la rocca si tenne poi VIII
giorni, avendovi ritti mangani e difici, i quali gli consumavano dì e notte, e
eranvi con grande fame e difetto di vittuaglia per la molta gente che v'erano
rifuggiti de' terrazzani. A la fine s'arendé la rocca e 'l girone a patti,
salve le persone e ciò che se ne potessono portare. E ebbono i soldati che
v'erano dentro per menda di loro cavagli MCC fiorini d'oro. Questi patti così
larghi si feciono loro però che 'l Bavero era già giunto in Pisa, e di sua
cavalleria già venuta in Pistoia, ond'era a la nostra oste grande pericolo a
soprastarvi. Di questo acquisto di Carmignano ebbe in Firenze grande
allegrezza, isperando che la fortuna prospera fosse adirizzata a' Fiorentini,
ma più consigli si tennono di disfare la terra e la rocca per dubbio del
Bavero, o di ritenerla; a la fine si vinse che si ritenesse e si recasse a
minore giro, e si murasse tutta con torri di pietre e calcina, e rafforzare la
rocca e 'l girone, e che mai non si lasciasse per gli Fiorentini, ma che si
confiscasse a perpetuo al nostro contado; e così fu tutto di presente fatto.
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