CVIII
Come morì
Carlo duca di Calavra e signore di Firenze.
Nel detto
anno, a dì VIIII del mese di novembre, come piacque a Dio, messer Carlo
figliuolo del re Ruberto duca di Calavra, e signore de' Fiorentini, passò di
questa vita nella città di Napoli d'infermità di febbre presa a uccellare nel
Gualdo; onde in Napoli n'ebbe grande dolore e in tutto il Regno, e soppellìsi
al monistero di Santa Chiara in Napoli, a dì XIIII di novembre, a grande onore,
sì come re; e poi se ne fece l'esequio in Firenze a dì II di dicembre a la
chiesa de' frati minori, molto grande e onorevole di cera in grandissima
quantità, per lo Comune e per la parte guelfa e per tutte l'arti; e furonvi le
signorie e 'l capitano ch'era del duca, e uomini e donne e tutta la buona gente
de la città di Firenze, che apena poteano capere nella piazza di Santa Croce
non che nella chiesa. Di questo duca non rimase reda nulla maschio, ma due
figliuole femmine, una nata, e d'una rimase grossa la duchessa; onde a lo re
Ruberto suo padre e a tutto il Regno n'ebbe gran dolore, però che 'l re Ruberto
non avea altro figliuolo maschio. Questo duca Carlo fu uomo assai bello del
corpo, e informato, innanzi grosso, e non troppo grande; andava in capegli sparti,
assai era grazioso, di bella faccia ritonda, con piena barba e nera, ma non fu
di gran valore a quello che potea essere, né troppo savio; dilettavasi in
dilicatamente vivere e de la donna, e più in ozio che in fatica d'arme, con
tutto che 'l padre lo re Ruberto il tenea molto corto per gelosia de la sua
persona, perché non avea più figliuoli; morì d'etade di.... anni; assai fu
cattolico e onesto, e amava giustizia. De la morte di questo signore i
cittadini di Firenze ch'amavano parte guelfa ne furono crucciosi, quanto per
parte; ma il genero de' cittadini ne furono contenti per la gravezza della
spesa e moneta che traeva de' cittadini, e per rimanere liberi e franchi, che
già cominciava a dispiacere forte a' cittadini la signoria de' Pugliesi, i
quali avea lasciati suoi uficiali e governatori, che a nulla altra cosa
intendeano con ogni sottigliezza se non di fare venire danari in Comune, e di
tenere corti i cittadini di loro onori e franchigia, e tutto si voleano per
loro; e di certo, se 'l duca non fosse morto, non potea guari durare, che'
Fiorentini avrebbono fatta novità contra la sua signoria, e rubellati da·llui.
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