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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro undecimo
      • CXXIX               Come fu fatta pace tra' Fiorentini e' Pistolesi.
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CXXIX

 

           

Come fu fatta pace tra' Fiorentini e' Pistolesi.

           

Per la detta mutazione di Lucca i Ghibellini caporali che teneano la città di Pistoia, ciò erano, come dicemmo adietro, Panciatichi, e Muli, e Gualfreducci, e Vergiolesi, i quali erano contradi e nimici di messer Filippo Tedici e de' suoi, e sospetti de' figliuoli di Castruccio e loro seguaci per lo parentado di messer Filippo, conoscendo che bene non poteano tenere la città di Pistoia sanza grande pericolo, se non si facessono amici de' Fiorentini, per la qual cosa feciono cercare trattato di pace col Comune di Firenze, del quale trattato fu menatore e fattore messer Francesco di messer Pazzino de' Pazzi, però ch'avea parentado co' Panciatichi del lato guelfo, onde degli altri Panciatichi si fidarono con gli altri loro seguaci ch'erano signori di Pistoia: lo quale trattato ebbe tosto buono compimento, però che facea così bene per gli Fiorentini come per gli Pistolesi, e dievisi fine a XXIIII di maggio MCCCXXVIIII, in questo modo: che' Pistolesi renderono a' Fiorentini Montemurlo, pagando XIIc di fiorini d'oro a le masnade che v'erano dentro, e quetarono in perpetuo a' Fiorentini Carmignano e Artimino e Vitolino e più altre terre del monte di sotto, le quali aveano prese e teneano i Fiorentini; e promisono di rimettere tutti i Guelfi in Pistoia infra certo tempo, salvo i Tedici, e raccomunare gli ufici co' Guelfi, e d'avere gli amici per amici e' nimici per nimici del Comune di Firenze. E per pegno diedono a' Fiorentini la guardia de la rocca di Tizzano, la quale rimessa de' Guelfi oservarono in prima che 'l termine ordinato; e vollono che' Fiorentini avessono la guardia della città di Pistoia, e vi tenessono uno capitano popolano di Firenze con gente d'arme; e così fu fatto. E' Fiorentini per più fermezza di pace feciono fare per sindaco di Comune, che fu messer Iacopo Strozzi, cavalieri due de' Panciatichi, e uno de' Muli, e uno de' Gualfreducci, e donarono loro MM fiorini d'oro, e feciono in Pistoia XXXVI cavallate al soldo de' Fiorentini. E' detti Ghibellini di Pistoia feciono ordine che s'abbattesse ogni insegna d'aguglia e di Bavero e di Castruccio e di parte ghibellina, e feciono per sopransegnalloro bandiere i nicchi dell'oro sa·Jacopo. Di questa pace si fece gran festa in Pistoia d'armeggiare e d'altri giuochi, e ancora in Firenze il dell'Ascensione apresso si feciono ne la piazza di Santa Croce ricche e belle giostre, tenendosi tavola ferma per III per VI cavalieri, dando giostra a ogni maniera di gente a cavallo, perdere e guadagnare, ov'ebbe di molto belli colpi e d'abattere di cavalieri, e al continuo v'era pieno di belle donne a' balconi, e di molto buona gente.

 




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