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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro undecimo
      • CXLI               Ancora come i Tedeschi ch'erano in Lucca vollono venderla per danari a' Fiorentini, e no·lla seppono prendere.
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CXLI

 

           

Ancora come i Tedeschi ch'erano in Lucca vollono venderla per danari a' Fiorentini, e no·lla seppono prendere.

           

Ne' detti tempi, essendo la città di Lucca in grande variazione e in male stato e sanza nullo ordine di signoria o reggimento, se non al corso de' conastaboli de' Tedeschi dal Cerruglio che se n'erano signori e guidavallasi come preda guadagnata, i quali Tedeschi tennono con più genti e Comuni e signori d'intorno trattati per avere danari e dare la signoria di Lucca, vedendo che per loro no·lla poteano bene tenere, e ancora ne richiesono da capo il Comune di Firenze, il quale, come detto è adietro nel capitolo del trattato che ne fece messer Marco Visconti di Milano, per le 'nvidie de' cittadini non s'ebbe ancora per gli rettori del Comune di Firenze di ciò concordia. Ma certi valenti e ricchi cittadini di Firenze la vollono comperare per lo Comune LXXXm fiorini d'oro per loro vantaggio, e credendone fare al Comune di Firenze grande onore e grande loro guadagno, e fornire le spese, rimanendo in loro mano le gabelle e l'entrate di Lucca con certo ordine e patti. E a·cciò teneano co·lloro i mercatanti usciti di Lucca, e metteanvi Xm fiorini d'oro, e voleano che 'l Comune di Firenze vi mettesse innanzi solamente XIIIIm fiorini d'oro, e prendesse la guardia del castello de l'Agosta con XX i maggiori e migliori conastaboli per istadichi per oservare i patti; e gli primi danari si ritraessono fossono quegli del Comune di Firenze, e tutti gli altri insino LVIm di fiorini d'oro metteano di loro volontà singulari cittadini di Firenze. E di ciò potemo rendere piena fede noi autore, però che fummo di quegli. Ma la guercia e disleale sempre invidia de' cittadini di Firenze, e massimamente di coloro ch'erano al governamento de la città, nol vollono aconsentire, dando scusa di falsa ipocresia, dicendo come oppuosono l'altra volta sotto colore d'onestà, che fama correa per l'universo mondo che i Fiorentini per covidigia di guadagno di moneta hanno comperata la città di Lucca. Ma al nostro parere, e di più savi che poi l'hanno disaminata quistionando, che compensando le sconfitte e' danni ricevuti e ispendii fatti per lo Comune di Firenze per cagione de' Lucchesi per la guerra castruccina, niuna più alta vendetta si potea fare per gli Fiorentini, né maggiore laude e gloriosa fama potea andare per lo mondo che potersi dire: i mercatanti e' singulari cittadini di Firenze colla loro pecunia hanno comperata Lucca, e gli suoi cittadini e contadini, stati loro nimici, come servi. Ma a cui Idio vuole male gli toglie il senno, e non gli lascia prendere i buoni partiti; o forse, o sanza forse, ancora non erano purgati i peccati, né domata la superbia né l'usure, e' maliabrati guadagni de' Fiorentini, per fare loro spendere e consumare in guerra seguendo la discordia co' Lucchesi, che per ogniuno danaio che Lucca si comperava, C o più, ma dire potremmo infiniti, spesi poi per gli Fiorentini ne la detta guerra, come innanzi leggendo faremo per gli tempi menzione; che si potea co la sopradetta prestanza di moneta, e non ispesaperduta, fare così onorata e alta vendetta de' Lucchesi, avendogli comperati come servi, e sopra servi i loro beni, e alle loro spese, e sotto il nostro giogo rendere loro pace e perdonare, e fargli liberi e compagni, come per l'antico soleano essere co' Fiorentini.

 

 

 




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