CXLII
Come
messer Gherardino Spinoli di Genova ebbe poi per danari la signoria della città
di Lucca.
Essendo rotto
il detto trattato da' Tedeschi di Lucca a' Fiorentini, però che' rettori del
Comune di Firenze non lasciarono ciò compiere, come nel passato capitolo è
fatta menzione, ma minacciaro chiunque se ne travagliasse, e alcuno ch'avea
menato il trattato fatto mettere in carcere; messer Gherardino degli Spinoli di
Genova s'accordò co' detti Tedeschi, e dando loro XXXm fiorini d'oro, e
ritenendone alquanti di loro, chi volle co·llui rimanere a' suoi gaggi; li
diedono la città di Lucca e feciolne signore, il quale vigorosamente la prese:
a dì II di settembre del detto anno venne in Lucca, e ebbe la signoria de la città
libera e sanza nullo contasto; e poi ordinò le sue masnade, e richiese i
Fiorentini di pace o di triegua, i quali nulla ne vollono intendere, anzi
feciono rubellare il castello di Collodi presso di Lucca a l'entrante
d'ottobre, il quale messer Gherardino co la cavalleria sua e popolo di Lucca
vennono a l'assedio del detto Collodi, il quale, non soccorso a tempo da'
Fiorentini, com'era promesso, s'arendero a messer Gherardino e al Comune di
Lucca, a dì XX del detto mese d'ottobre, con poco onore de' Fiorentini. Onde in
Firenze ebbe molti ripitii e biasimi dati a coloro che non aveano lasciato
prendere l'accordo co' Tedeschi, né saputo fare la guerra e impresa cominciata;
e 'l detto messer Gherardino, avuto il castello di Collodi, con ogni
sollecitudine procacciò di raunare moneta, e d'avere gente d'arme per levare i
Fiorentini dall'assedio, il quale già aveano cominciato e posto al castello di
Montecatini in Valdinievole.
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