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Giovanni Villani
Nuova cronica

IntraText CT - Lettura del testo

  • Tomo secondo
    • Libro undecimo
      • CXLIII               Come i Melanesi e' Pisani si riconciliarono col papa e co la Chiesa, e furono ricomunicati per l'offese fatte per lo Bavero e antipapa.
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CXLIII

 

           

Come i Melanesi e' Pisani si riconciliarono col papa e co la Chiesa, e furono ricomunicati per l'offese fatte per lo Bavero e antipapa.

           

Del mese di settembre del detto anno apo la città di Vignone, ov'era la corte di Roma, i Milanesi e messer Azzo Visconti che n'era signore furono riconciliati e ricomunicati da papa Giovanni, e con patti ordinati co·lloro ambasciadori si rimisono de l'offese fatte a la Chiesa nel detto papa; e messer Giovanni figliuolo che fu di messer Maffeo Visconti, il quale il Bavero avea fatto fare cardinale al suo antipapa, come adietro fu fatta menzione, sì rinunziò al detto cardinalato; e 'l papa il fece vescovo di Noara, e levò lo 'nterdetto di Milano e del contado. E per simile modo il detto papa riconciliò e assolvette i Pisani, però ch'eglino aveano tanto adoperato col conte Fazio da Doneratico loro grande cittadino, il quale avea in guardia, come gli avea lasciato segretamente il Bavero quando si partì di Pisa, il suo antipapa in uno suo castello in Maremma, il quale antipapa da' detti fu ingannato e tradito, e poi mandato preso a Vignone a papa Giovanni, come innanzi faremo menzione. E fatta per gli ambasciadori de' Pisani ch'erano a corte la detta convegna con grandi vantaggi del detto conte Fazio, che 'l papa gli donò il castello di Montemassi, ch'era dell'arcivescovado, e altri ricchi doni e benifici ecclesiastichi, e così ad altri grandi cittadini di Pisa che seguirono la 'mpresa, e fattine assai cavalieri papali con ricchi doni. E tornati i detti ambasciadori in Pisa, il gennaio appresso si publicò in Pisa il trattato e l'accordo, e in pieno parlamento, e in mano d'uno legato cherico oltramontano mandato per lo papa, tutti i Pisani giurarono nella chiesa maggiore d'essere sempre ubbidenti e fedeli di santa Chiesa e nimici del Bavero e d'ogn'altro signore che venisse in Italia sanza la volontà della Chiesa.

 




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