CXLVIII
Come i
figliuoli di Castruccio vollono torre la città di Lucca a messer Gherardino
Spinoli.
Nel detto
tempo per le feste di Natale, a dì XXVII di dicembre, i figliuoli di Castruccio
co·lloro amici e colle masnade vecchie de' Tedeschi ch'erano stati al soldo e amici
di Castruccio credettono torre la signoria di Lucca a messer Gherardino; e con
armata mano, a cavallo e a piè corsono la città di Lucca gridando: “Vivano i
duchini!”, da la mattina infino all'ora di terza sanza contasto alcuno. Onde
messer Gherardino temette forte, e se non fosse ch'egli era nel castello de
l'Agosta, egli perdeva la terra; ma rasicurato per lo conforto de' buoni uomini
di Lucca ch'amavano la sua signoria, s'afforzò e fece armare sua gente, e
apresso mangiare uscì de l'Agosta, e corse la città di Lucca infino a sera
gridando: “Muoiano i traditori e viva messer Gherardino!”. Per la qual cosa i
figliuoli di Castruccio e' caporali di loro seguaci uscirono di Lucca e
andarsene a·lloro castella, e messer Gherardino rimase signore, e molti Lucchesi
de la setta castruccina mandò a' confini, e cassò e cacciò via le masnade
vecchie, e rinovossi di soldati tedeschi di Lombardia; e molti de' suoi amici e
consorti e parenti fece venire da Saona in Lucca per sicurtà di lui. E per le
dette novità di Lucca i Fiorentini crebbono gente all'assedio di Montecatini, e
credettollo avere con poca fatica e per loro gagliardia, la qual cosa venne
allora manco il loro aviso; che a dì XVII di febbraio alquanti dell'oste de'
Fiorentini ch'erano allo assedio di Montecatini, di notte tempore con iscale e
difici di legname assalirono il castello e scalarono le mura, e parte di loro
entrarono dentro valentemente; ma quegli de la terra erano sì forti e sì
avisati, e di guerresche masnade, che ruppono gli asalitori, e quanti dentro
n'erano entrati rimasono presi e morti.
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