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Giovanni Villani Nuova cronica IntraText CT - Lettura del testo |
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D'una nuova e bella limosina che uno nostro cittadino lasciò a' poveri di Cristo.
Del mese di settembre del detto anno morì in Firenze uno nostro cittadino di piccolo affare, che non avea figliuolo né figliuola, e ciò ch'avea lasciò per Dio per ordinato testamento; e intra gli altri legati che fece lasciò che a tutti i poveri di Firenze, i quali andassono per limosine, fossono dati danari VI per uno. E per gli suoi esecutori fu ordinato per bando che in ciascuno sesto, ne le maggiori chiese di quegli sesti, in una mattina si raunassono tutti i poveri, e in quelle rinchiusi, perché non andassono dall'una chiesa a l'altra; e dando a ciascuno povero, come n'usciva, danari VI, si trovò che montò libbre CCCCXXX di piccioli, che furono per numero più di XVIIm di persone tra maschi e femmine piccioli e grandi, sanza i poveri vergognosi e quegli degli spedali e pregioni e religiosi mendicanti, che disparte ebbono la loro limosina a danari XII l'uno, che furono più di IIIIm. La qual cosa fu tenuto gran fatto, e grandissimo numero di poveri; ma di ciò nonn-è da maravigliare, però che non solamente furono di Firenze, ma per le limosine che vi si fanno traggono di tutta Toscana e più di lungi a Firenze. Per lo gran fatto che allora fu tenuto n'avemo fatta memoria, e per dare buono esemplo a chi per l'anima sua vorrà fare limosina a' poveri di Cristo.
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