CLXVII
Come di
prima il re Giovanni di Buem passò in Italia e ebbe la città di Brescia e
quella di Bergamo.
Nel detto
anno, essendo il re Giovanni di Buem, figliuolo che fu dello 'mperadore Arrigo di
Luzzimborgo, venuto in Chiarentana per certe bisogne ch'avea a·ffare col duca
di Chiarentana suo cognato, e quegli della città di Brescia in Lombardia
essendo in male stato, e molto oppremuti da' loro usciti e dal signore di
Milano e da quegli di Verona, e dal re Ruberto, a cui i Bresciani s'erano dati,
non erano soccorsi né atati (e male il potea fare per la forza de' Ghibellini
di Lombardia), sì mandarono loro segreti ambasciadori con pieno sindacato al
detto re Giovanni, e diedonglisi liberamente. Il Boemino, povero di moneta e
cupido di signoria, accettò e prese la detta signoria, e sanza altro consiglio;
e co' detti ambasciadori vi mandò CCC cavalieri, e poi incontanente apresso si
mise al cammino, e giunse in Brescia con IIIIc cavalieri a dì XXXI d'ottobre
MCCCXXX, e da' Bresciani fu ricevuto a grande onore come loro signore. E poco
stante lui in Brescia, la città di Bergamo era in grande divisione, e
combattiensi insieme i cittadini; una de le parti, che si chiamavano i
Collioni, mandò al detto re Giovanni ch'egli mandasse per la terra, il quale vi
mandò il suo maliscalco con CCC cavalieri, e fugli data l'entrata della terra,
e caccionne la parte di..., e rimase al re Giovanni la signoria. La quale
venuta in Italia del detto re Giovanni fece grande mutazione e rivoluzione,
come per innanzi leggendo di suoi processi faremo menzione.
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