CLXXXVII
Come i
Catalani co·lloro armata vennono sopra Genova, per la qual cosa i Genovesi co'
loro usciti feciono pace.
Nel detto
anno, a l'entrante d'agosto, i Catalani con armata di XLII galee e XXX legni
armati vennono nella riviera di Genova e di Saona, e arsonvi più castegli e ville
e manieri, e feciono danno grande; né però i Genovesi né que' di Saona non
s'ardirono di contastargli, per cagione ch'erano male in ordine e peggio in
accordo i Guelfi d'entro e' Ghibellini di fuori, ch'erano in Saona. E fatto per
gli Catalani la detta vergogna e dammaggio a' Genovesi e a' loro usciti, se
n'andarono sani e salvi in Sardigna. Per la detta venuta de' Catalani i
Genovesi d'entro e que' di fuori parendo loro avere di ciò grande vergogna,
cercarono di fare pace tra·lloro; e l'una parte e l'altra mandarono grande e
ricca ambasceria a Napoli al re Ruberto, commettendogli le loro questioni, e
pregandolo gli pacificasse insieme: il quale re Ruberto diede fine a la detta
pace a dì VIII di settembre MCCCXXXI, con patti che gli usciti tornerebbono
tutti in Genova, e rendebbono tutte le fortezze di Saona e della riviera che
teneano al Comune; e feciono loro signore il detto re Ruberto di concordia di
tutti que' d'entro e que' di fuori, oltre al termine ch'egli l'avea in signoria
da' Guelfi d'entro per III anni, e dandogli alle spese del Comune CCC cavalieri
e Vc sergenti a la guardia della terra e del suo vicario, e 'l Castello di
Peraldo sopra Genova, e promisono d'essere contro al Bavero, e contro al re
Giovanni, e contro a ogn'altro signore che passasse in Italia contra il volere
del papa e della Chiesa e del re Ruberto, rimanendo liberi Ori e Spinoli della
guerra del re Ruberto a don Federigo che tenea Cicilia, d'aoperarne a·lloro
volontà d'atare l'una parte e l'altra, come a·lloro piacesse; però ch'uno
d'Oria era amiraglio di quello di Cicilia, e uno Spinola del re Ruberto. E i
Fiorentini mise il re Ruberto nella detta pace, che gli usciti si teneano per
nimici de' Fiorentini, per l'aiuto ch'eglino aveano fatto al detto re contra
loro, quand'erano all'assedio di Genova. La quale pace poco piacque al re,
dubitando forte della potenzia de' Ghibellini tornando nella città, e assai il
mostrò a' Guelfi; ma eglino la pur vollono. E poi di gennaio MCCCXXXIII
prolungarono la signoria di Genova al re Ruberto per V anni, la qual pace e
signoria per lo re poco tempo durò, che i Ghibellini la ruppono, e cacciarne
fuori i Guelfi, e tolsono la signoria del re, come innanzi per gli tempi si
farà menzione.
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