CXCIII
Quando si
ricominciò a lavorare la chiesa di Santa Reparata di Firenze, e fu grande
dovizia quello anno.
Nel detto
anno e mese d'ottobre, essendo la città di Firenze in assai tranquillo e buono
stato, si ricominciò a lavorare la chiesa maggiore di Santa Reparata di
Firenze, ch'era stata lungo tempo vacua e sanza nulla operazione per le varie e
diverse guerre e ispese avute la nostra città, come adietro s'è fatta menzione,
e diessi in guardia per lo Comune la detta opera all'arte della lana, acciò che
più l'avanzasse, e istanziòvi il Comune gabella di danari II per libbra d'ogni
danaro ch'uscisse di camera del Comune, come anticamente era usato, e oltre
a·cciò ordinarono una gabella di danari IIII per libbra sopra ogni gabelliere
della somma che comperasse gabella dal Comune, le quali due gabelle montavano
l'anno libbre XIIm di piccioli. E' lanaiuoli ordinarono ch'ogni fondaco e
bottega di tutti gli artefici di Firenze tenessono una cassettina ove si
mettessono il danaro di Dio, di ciò che si vendesse e comperasse; e montava
l'anno al cominciamento libbre IIm. E di queste entrate si forniva la detta
opera. E in questo anno fu in Firenze grande divizia e ubertà di vittuaglia; e
valse lo staio del grano colmo soldi VIII di piccioli di libbre tre il fiorino
d'oro, che fu tenuto gran maraviglia alla disordinata carestia stata l'anno del
MCCCXXVIIII e poi del MCCCXXX, come dicemmo adietro. E in questi tempi si
feciono in Firenze molti buoni ordini e adirizzamento sopra ogni vittuaglia, e
ogni carne e pesce si dovesse vendere a peso, e ogni volatio certo pregio
convenevole; e sopra·cciò vi feciono uficiale, e misono pene chi non
l'osservasse.
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