CXCV
Come il re
di Francia promise di fare il passaggio oltremare.
Nel detto
anno, per la pasqua della Natività di Cristo, il re Filippo di Francia piuvicò
in Parigi dinanzi a' suoi baroni e prelati com'egli imprendea di fare il passaggio
d'oltremare per racquistare la Terrasanta dal marzo vegnente a due anni,
domandando a' prelati e comunanze di suo reame aiuto e susidio di moneta; e
richiese i duchi e' conti e' baroni che s'ordinassono d'andare co·llui; e mandò
suoi ambasciadori a Vignone a papa Giovanni a notificare a·llui e a' suoi
cardinali la sua impresa, richeggendo la Chiesa per XXVII capitoli grandi
susidii e grazie e vantaggi, intra' quali ebbe di molti sconvenienti e
oltraggiosi. Intra gli altri volea tutto il tesoro de la Chiesa e le decime di
tutta Cristianità per VI anni, pagando in tre, e in suo reame le 'nvestiture e
promutazioni d'ogni benificio eccresiastico; e domandava titolo del reame
d'Arli e di Vienna per lo figliuolo; e che d'Italia volea la signoria per messere
Carlotto suo fratello. Perché 'l papa né' suoi cardinali la maggiore parte non
gli vollono accettare, rispondendo che passati erano XL anni che i suoi
anticessori aveano aute le decime del reame per lo passaggio, e consumatele in
altre guerre contra i Cristiani, ma che·re seguisse sua impresa, e alla sua
mossa la Chiesa gli darebbe ogni aiuto che si convenisse temporale e spirituale
al sussidio del santo passaggio; per le quali domande e risposte si cominciò
alcuno isdegno tra la Chiesa e 'l re di Francia.
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