CXCVII
Come gli
usciti di Pisa vennono sopra Pisa, e come i Fiorentini mandarono loro soccorso.
Nel detto
anno, a dì VIIII di gennaio, avendo gli usciti di Pisa, ond'era capo il vescovo
che fu d'Ellera in Corsica, fatta lega co' Parmigiani e con certi Ghibellini di
Genova, ond'era capo Manfredi de' Vivaldi, che tenne il castello de·Lerici, e
ancora con gente di Lucca, i quali furono in quantità di Vc cavalieri e popolo
assai, e presono più terre de' Pisani di là dal fiume della Magra, e corsono
sopra Serrezzano, e poi vennono iscorrendo infino presso di Pisa. Onde i Pisani
furono in grande gelosia e paura di loro cittadini d'entro, amici e partefici
di loro usciti; e dì e notte stavano sotto l'arme, e chiuse le porte, dubitando
di perdere la terra. Mandarono per più ambasciadori l'uno apresso l'altro al
Comune di Firenze pregando che per Dio gli soccorressono, e mandassono di loro
cavalieri a la guardia della terra, promettendo d'essere sempre frategli e
amici del Comune di Firenze. Per la qual cosa i Fiorentini mandarono loro CC
cavalieri, e a Montetopoli, e a l'altre castella de' Fiorentini di Valdarno ne
mandarono più di Vc, che a richiesta de' Pisani andassono a Pisa o dove a·lloro
bisognasse; e giunti in Pisa i detti cavalieri, i loro usciti si ritrassono, e'
Pisani mandarono fuori certi confinati, di cui dubitavano, e la città rimase in
pace e sanza sospetto. Il quale servigio de' Fiorentini venne a que' che
reggeano Pisa a grande bisogno; che se ciò non fosse stato, di certo si
rubellava loro la terra, e mutava stato.
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